Gli smartphone possono nascondere insidie, soprattutto per i ragazzini che mentre utilizzano alcune applicazioni possono fare acquisti in modo rapido e molto spesso inconsapevole . E’ successo a migliaia di utenti Apple, e la compagnia dopo un primo contenzioso in tribunale ha deciso di risarcire i genitori furiosi. E’ capitato più di recente ai clienti Android (e quindi Google ). Una madre statunitense si è vista recapitare un conto di diverse decine di dollari dopo aver prestato lo smartphone ai due figli, di 4 e 5 anni , che una volta ottenuta la password hanno cominciato a giocare con le app, attraverso cui con un solo click hanno fatto spesa (di opzioni aggiuntive per i videogame in questione e articoli vari), ignari di tutto. Il genitore ha deciso di rivalersi su Google, i cui meccanismi di acquisto non sarebbero chiari né sicuri : tramite un’azione legale vorrebbe ottenere il rimborso (circa 70 dollari) e il cambiamento dello schema delle compere in-app per Android, con avvisi inequivocabili e passaggi multipli che evitino acquisti involontari. L’iniziativa potrebbe raccogliere il consenso di altre famiglie nelle medesime condizioni e diventare così una class action di fronte alla quale il colosso di Mountain View non potrà rimanere immobile.
Acquisti in-app un problema anche per Google

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