Non ci sono molte buone notizie nello studio di Rsf sulla libertà di stampa nel mondo. L’associazione lamenta una mancanza di interesse da parte dei paesi democratici “Un incredibile numero di giornalisti e lavoratori dei media sono stati uccisi o incarcerati in tutto il mondo nel 2006 e siamo già preoccupati per il 2007: nel solo mese di gennaio sono stati uccisi sei giornalisti e sei lavoratori dell’informazione”. Esordisce così il rapporto 2007 sulla libertà di stampa nel mondo di Reporters Sans Frontières che analizza la situazione in 98 paesi. L’associazione nota anche una “allarmante mancanza di interesse (e a volte anche incapacità) da parte delle nazioni democratiche di difendere i valori che dovrebbero incarnare”. La situazione è grave in tutto il pianeta. In Medio Oriente i giornalisti “pagano il prezzo dell’instabilità cronica” dell’area. Rsf ricorda che nella vicenda delle vignette di Maometto pubblicate da un quotidiano danese, nessun paese democratico ha difeso la Danimarca. L’Iraq mantiene la maglia nera. “Quasi tutti credono nei diritti umani – dice il rapporto -, ma fra il silenzio e i vari comportamenti ovunque, ci chiediamo chi abbia la necessaria autorità morale per fare un’azione di principio a favore di queste libertà”. Per quanto riguarda l’ Italia Rsf nota che “la libertà e indipendenza della stampa sono state una questione importante durante la campagna elettorale per le elezioni di aprile 2006, durante la quale il primo ministro Silvio Berlusconi è stato accusato almeno tre volte di aver superato il tempo a sua disposizione sui media”. Inoltre, come succede in altri paesi europei, “la protezione delle fonti dei giornalisti è diventata un problema quando la polizia ha effettuato perquisizioni in alcune redazioni”.
Addio alla libertà

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