C’è ancora confusione sul futuro di Agcom. L’Autorità garante per le comunicazioni è ancora senza consiglio e non sembra esserci al momento alcun tipo di accordo tra le forze politche per l’elezione degli quattro membri e del presidente che per i prossimi sette anni reggeranno l’Autorità All’orizzonte si profila l’eventualità di rimandare l’elezione dei quattro membri in quota alla Camera, prevista per il 23 maggio, su richiesta del Pd e dei Radicali, che invitano a rivedere le modalità di elezione del consiglio Agcom. A quanto pare, serve più tempo per la presentazione di tutti i profili dei possibili candidati, con una maggiore apertura a personaggi non istituzionali, come nel caso di Stefano Quintarelli, informatico che si è proposto per la guida dell’ente. Chiedere più tempo significa però contravvenire ai dettami del Consiglio di Stato, che ha concesso una proroga di due mesi all’attuale consiglio, il cui mandato è scaduto a inizio maggio, intimando il parlamento a risolvere la diatriba quanto prima. Anche il Pdl ha detto la sua, chiedendo che il futuro presidente Agcom sia autenticamente terzo rispetto al settore tlc. Il centro-destra teme un possibile conflitto d’interessi e ha lanciato un’interrogazione parlamentare sulla questione. Anche questo passaggio potrebbe rallentare l’iter di selezione. Nel frattempo, lo sviluppo della banda larga, delle infrastrutture mobili e l’assegnazione delle frequenze digitali, con relativi fondi da sbloccare, possono attendere.
Agcom ancora senza direzione

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