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18 Febbraio 2008 | Economia

Agcom: cresce del 2,92% il valore del Sic ma resta molto concentrato

E’ di 23,640 miliardi di euro il valore del Sistema integrato delle comunicazioni per il 2006, con un aumento del 2.92% rispetto al 2005 (22,144 miliardi). E’ il dato calcolato dall’Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) per il Sic, il paniere introdotto dalla legge Gasparri in base al quale si calcola il tetto antitrust del 20% che nessun soggetto può superare, che per il 2006 risulta pari a 4,72 miliardi.  Il settore, ha sottolineato l’Autorità, presenta “un consistente livello di concentrazione”: analizzando i dati delle principali imprese e capogruppo di riferimento, emerge che 12 soggetti occupano il 74% del valore dell’area classica, che comprende tv, radio, stampa, editoria annuaristica ed elettronica. La fetta più consistente della ‘torta’ del Sic è rappresentata dai ricavi di radio e televisione (8,503 miliardi, pari al 35.9% del totale): in particolare, la tv gratuita si piazza a quota 5,516 miliardi, la pay tv a 2,328 miliardi e la radio a 659 milioni.  Se si paragonano questi dati con quelli del 2005, l’area televisiva si è mostrata come la più dinamica (+6.5%), grazie in particolare all’eccezionale risultato della tv a pagamento, cresciuta nel 2006 del 27% (a fronte di una lieve contrazione, pari al -0.7%, della tv gratuita).  In particolare, oltre alla consistente crescita dei ricavi di Sky, sono aumentati notevolmente (+60%) i ricavi delle piattaforme digitali terrestri. Al secondo posto si è confermata la stampa quotidiana e periodica, con un valore di 7,129 miliardi, cioé il 30.1% del totale (3,479 miliardi per la stampa quotidiana nazionale e locale, 3,650 per la periodica). Terza voce, le iniziative di comunicazione di prodotti e servizi (3,606 miliardi, cioé il 15.3%).  Seguono l’editoria annuaristica ed elettronica anche via internet (2,145 miliardi, il 9.1% del Sic), così articolata: 930 milioni di ricavi per l’editoria elettronica, 870 per quella annuaristica, 345 per le agenzie di stampa. Poi il cinema (box office e pubblicità), con 1,388 miliardi (5.9% del totale); la pubblicità esterna (587 milioni, pari al 2.5%) e le sponsorizzazioni (282 milioni, cioé l’1.2%). In macrocategorie, domina la componente radiotelevisiva (35.9%), seguita dalla stampa quotidiana e periodica (30.1%) e dalla pubblicità su mezzi non convenzionali (19%).

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