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23 Novembre 2025 | Attualità, Economia

Agricoltura, continua il divario salariale di genere

Alle lavoratrici italiane 1.800 euro in meno ogni anno rispetto ai colleghi uomini

Le donne impiegate nei campi italiani continuano a guadagnare sensibilmente meno dei loro colleghi uomini e a subire condizioni di vulnerabilità che vanno oltre la dimensione economica. È quanto emerge dal nuovo Quaderno dell’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil, elaborato sulla base dei dati raccolti dalla ricercatrice Istat Annalisa Giordano.

Secondo l’analisi, le lavoratrici agricole dipendenti percepiscono in media 5.400 euro lordi all’anno, contro i 7.200 euro dei lavoratori uomini: una distanza di circa 1.800 euro che si conferma tra le più marcate nel settore primario.

Oggi le donne occupate con un contratto agricolo sono circa 300mila, quasi un terzo dell’intera manodopera formalmente registrata. Numeri che, tuttavia, potrebbero essere molto più alti. La Flai Cgil ricorda infatti che una quota significativa di manodopera resta “invisibile” nei rapporti di lavoro informali: secondo ActionAid, solo le lavoratrici straniere impiegate irregolarmente oscillerebbero tra le 51mila e le 57mila unità.

Il Quaderno mette in luce anche un aspetto spesso meno visibile: la segregazione professionale e l’accumulo di responsabilità. Le donne, oltre a essere retribuite meno, sono frequentemente relegate a ruoli specifici della filiera e costrette a conciliare mansioni agricole con il lavoro di cura. Una condizione aggravata per chi vive negli insediamenti informali, i cosiddetti ghetti.

Un’indagine condotta da Cittalia per Anci e dal ministero del Lavoro segnala che in 4 insediamenti su 10 è presente una componente femminile: circa 1.868 donne su 11mila persone, pari al 17% delle presenze complessive stimate, con punte che in alcuni casi superano la metà degli abitanti.

Le difficoltà colpiscono in modo particolare le lavoratrici migranti, osserva nel Quaderno la ricercatrice Idos Ginevra Demaio. Sono loro ad essere più spesso esposte a sfruttamento, paghe irrisorie, ricatti sessuali e abusi, una vulnerabilità alimentata dalla mancanza o dalla precarietà dei documenti di soggiorno, dalla povertà, dall’isolamento o, al contrario, dal peso delle responsabilità familiari.

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Di <a href="https://www.telepress.news/author/daniela-faggion/" target="_self">Daniela Faggion</a>

Di Daniela Faggion

Emiliana di nascita, non ho ancora deciso dove mi piacerebbe mettere radici: nel frattempo sto in prestito a Milano dal 2000. Giornalista pubblicista dal 2003 e professionista dal 2006, ho lavorato per diversi media e pubblicato due libri. Scrivo per Telepress dal 2022 e mi occupo di attualità, scienze, ambiente, ed enogastronomia, sempre per raccontare l'Italia vista dal mondo e l'Italia in giro per il mondo.

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