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27 Aprile 2024 | Attualità

Al lavoro con il pet: in Università Bicocca, e non solo

Sempre più istituzioni e aziende in Italia ed Europa consentono ai dipendenti di portare l’animale da compagnia in ufficio. Anche se da una recente ricerca, la pratica è approvata e regolata solo in 1 caso su 10.

L’Università di Milano-Bicocca ha introdotto con un nuovo regolamento la possibilità per il personale dell’Ateneo di portare al lavoro gli amici a quattro zampe. Da oggi a professori, ricercatori, figure tecnico amministrative e bibliotecari è consentito entrare in ufficio con il proprio cane o gatto se in possesso di precisi requisiti preliminari.

Pet in Bicocca, le regole da rispettare

Tra le condizioni da rispettare per andare in ufficio accompagnati dagli animali, l’essere dotati di microchip identificativo; l’iscrizione all’Anagrafe degli Animali d’Affezione; il libretto sanitario; la certificazione delle profilassi vaccinali e dei trattamenti antiparassitari. Necessaria anche la sottoscrizione di una polizza assicurativa che preveda la copertura per eventuali danni causati a persone o cose dall’animale.

Naturalmente, l’Ateneo consente questa pratica a patto che l’animale ospitato non manifesti problematiche come aggressività verso altri cani o persone.

L’accesso agli animali domestici è escluso in alcune aree, mentre negli spazi di lavoro condivisi è necessario il consenso formale degli altri occupanti. Ad esempio, non è possibile essere accompagnati dal pet negli uffici che prevedono un contatto diretto e continuativo con il pubblico, nelle aule e laboratori didattici, nelle aule studio, in sale conferenze e riunioni, in biblioteca e negli spazi mensa e aree destinate al coffee break. Infine, nei luoghi dove vengono rese prestazioni sanitarie ambulatoriali o strutture assimilabili.

La ricerca su uffici pet friendly

La nuova pratica introdotta dall’Università Bicocca è in linea con l’adozione di politiche pet friendly sempre più diffuse in Europa da parte di aziende e istituzioni. L’idea che ne sta alla base è che la presenza degli animali contribuisca a migliorare l’ambiente lavorativo, a ridurre lo stress e ad aumentare la soddisfazione dei dipendenti.

Tuttavia, secondo una recente ricerca condotta in Italia da Swg e commissionata dal Gruppo Mars la possibilità di far accedere su base regolare il proprio cane negli uffici è una realtà solo in 1 caso su 10. Mentre per la restante maggioranza non è mai permesso (55%) o non sono stabilite regole a riguardo (27%). Ciò emerge nonostante 1 persona su 3, tra chi non possiede un cane, esprima piacere a godere della presenza di animali domestici in ufficio (33%), e anche chi inizialmente si sia dichiarato contrario (34%) sarebbe disposto a cambiare idea qualora i cani avessero dei chiari spazi a cui accedere (32%), fossero vaccinati (14%), o l’azienda prevedesse delle policy di regolamentazione (12%).  Sempre secondo l’indagine, 2 proprietari di cani su 3 vorrebbero poter godere della compagnia del proprio amico a quattro zampe anche in ufficio (64%). Quasi la metà ritiene che le aziende dovrebbero organizzarsi a tale scopo (48%).

Le esperienze pet friendly in Italia ed Europa

Tra le aperture in questo senso, nelle università si conta quella di Cambridge nel Regno Unito, dove la consuetudine di portare con sé gli animali in ufficio è finalizzata a creare un ambiente più confortevole e inclusivo. Anche al dipartimento di Scienze mediche veterinarie dell’Università di Bologna è consentito a studenti e personale di entrare con i propri animali. Ritroviamo cani e gatti vicino alla scrivania poi in varie grandi aziende in Europa: da Google ad Amazon che in Germania dispone di uffici con aree progettate appositamente per gli animali domestici, a Spotify che offre ai dipendenti un ambiente rilassato e accogliente in compagnia del proprio amico peloso.

In Italia, Purina accoglie da circa dieci anni i pet in ufficio dal 2014 con l’iniziativa Pets at work. Inoltre, Purina mette a disposizione di altre aziende un toolkit per rendere i propri uffici pet-friendly e fornire un supporto personalizzato alle singole realtà.

Di Valentina Colombo

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