Chi chiama il 112 entra in contatto con i Carabinieri, chi chiama il 113 con la Polizia. Così è stato fino all’approvazione del nuovo decreto del ministro delle Comunicazioni Paolo Gentiloni che “costringe” Polizia e Carabinieri a una gestione congiunta degli Sos. Si tratta di un primo passo verso il varo di una centrale unica di emergenza e verso un numero unico, che sarà il 112. Il nuovo sistema mette al centro l’operatore, che fa partire la chiamata di soccorso e sa dove si trovano la persona ferita e il suo telefono. E’ l’operatore a indirizzare, dunque, la chiamata verso un Centro operativo della Polizia oppure dei Carabinieri. Questo, in base alla vicinanza tra la persona nei guai e la struttura che può meglio soccorrerla. Il nuovo servizio, che si conforma agli standard europei , migliora molto la localizzazione del chiamante, che funzionerà anche con i telefonini, italiani e stranieri. I tecnici del ministero hanno lavorato su due ipotesi. Nella prima, il ferito chiama il 112 (o anche il 113), non sa dire dove si trova perché sta male, ma riesce a continuare la conversazione. In questo caso, il nuovo sistema informatico lo individuerà in 4 secondi, grazie al dialogo ultrarapido tra i computer del ministero dell’Interno e quelli degli operatori. Seconda ipotesi. Il ferito chiama, ma la linea cade. Le nuove dotazioni permettono all’operatore di richiamare il ferito sul cellulare nella speranza di individuarlo. La provincia pilota del progetto è Salerno, che dovrà varare il nuovo sistema entro 4 mesi. Salerno è stata scelta perché la sua Costiera è molto visitata dai turisti stranieri. Entro 5 mesi, si accoderanno altre 8 province (tra cui Torino) e entro 6 mesi, altre 5 (tra cui Reggio Emilia). Nuove province seguiranno al ritmo di otto ogni mese.
Al via il nuovo 112 europeo

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