Nel 2050 in Italia il 35% della popolazione avrà almeno 65 anni e spenderà la maggior parte della pensione in cure
Nel 2050 in Italia il 35% della popolazione avrà almeno 65 anni e gli ottantenni saranno il 14%. Sono i dati che l’OCSE ha diffuso con il rapporto Health at a Glance 2023, secondo il quale le spese dedicate alla cura degli anziani “si moltiplicheranno complessivamente di 2,5 volte entro il 2050”, appunto: un incremento del 150%. L’Italia sarà il terzo Paese per crescita degli over65, dopo Corea del Sud e Grecia.L’Italia è anche fra i Paesi europei come Svezia e Repubblica Ceca in cui gli anziani vedranno la maggior parte della loro pensione (ammesso che la percepiscano) finire in spese per le cure che, per gli over 65 con bisogni più pesanti, possono arrivare a quasi sette volte il reddito. Difficilmente sostenibile in una condizione in cui diminuisce l’aiuto fornito dai familiari, “per via di nuclei più piccoli, parenti che vivono lontano e la crescita dell’occupazione femminile”.Di fronte di questa tendenza, sussidi e servizi pubblici non sempre arginano a sufficienza il rischio di povertà, che corrono soprattutto le donne, tendenzialmente penalizzate a livello di stipendio e quindi di pensione. L’Italia è fra i Paesi come Repubblica Ceca, Lettonia, Polonia, Croazia, Lituania e Corea in cui gli anziani con un reddito basso devono utilizzare almeno la metà (se non di più) del loro patrimonio per la propria assistenza.
Nel 2050 in Italia il 35% della popolazione avrà almeno 65 anni e gli ottantenni saranno il 14%. Sono i dati che l’OCSE ha diffuso con il rapporto Health at a Glance 2023, secondo il quale le spese dedicate alla cura degli anziani “si moltiplicheranno complessivamente di 2,5 volte entro il 2050”, appunto: un incremento del 150%. L’Italia sarà il terzo Paese per crescita degli over65, dopo Corea del Sud e Grecia.L’Italia è anche fra i Paesi europei come Svezia e Repubblica Ceca in cui gli anziani vedranno la maggior parte della loro pensione (ammesso che la percepiscano) finire in spese per le cure che, per gli over 65 con bisogni più pesanti, possono arrivare a quasi sette volte il reddito. Difficilmente sostenibile in una condizione in cui diminuisce l’aiuto fornito dai familiari, “per via di nuclei più piccoli, parenti che vivono lontano e la crescita dell’occupazione femminile”.Di fronte di questa tendenza, sussidi e servizi pubblici non sempre arginano a sufficienza il rischio di povertà, che corrono soprattutto le donne, tendenzialmente penalizzate a livello di stipendio e quindi di pensione. L’Italia è fra i Paesi come Repubblica Ceca, Lettonia, Polonia, Croazia, Lituania e Corea in cui gli anziani con un reddito basso devono utilizzare almeno la metà (se non di più) del loro patrimonio per la propria assistenza.
Allargando l’orizzonte ai 38 Paesi dell’area Ocse, nel 2021 più di 242 milioni di persone avevano dai 65 anni in su e oltre 64 milioni avevano almeno 80 anni. La quota di questi ultimi è destinata a raddoppiare, passando dal 4,8% al 9,8%. Aumenterà di conseguenza dallo 0,6% all’1,5% entro il 2050 la percentuale di persone con esigenze di assistenza più impegnative.
di Daniela Faggion