Letteratura digitale. Risorsa, il futuro dell’editoria o, forse, un’ulteriore indebolimento della stessa? Difficile farsi apostoli o cassandre di una delle possibili posizioni a riguardo, certo è che il più recente episodio in materia allarma un poco: Amazon, nel commercializzare il suo e-reader Kindle, ha deciso di negare la distribuzione di ‘1984’ e ‘La fattoria degli animali’, le opere più conosciute dello scrittore britannico George Orwell. Il negozio internet si è dunque ripreso (tramite servizio wireless), restituendo i soldi (99 centesimi di dollaro) ai clienti senza però che questi potessero scegliere diversamente, le ‘copie’ digitali già vendute. Il problema è, innanzitutto, di tipo editoriale: Amazon ha scoperto nei giorni scorsi che una delle società che si occupano di fornirgli la versione digitale dei libri non era in realtà titolare dei diritti di alcuni volumi. Tra questi, i due romanzi di Orwell, capisaldi della letteratura del Novecento che d’ora in poi non saranno più a disposizione degli internauti clienti dello store americano. Dai problemi gestionali, non trascurabili se si pensa all’importanza delle opere, della compagnia e del mercato in questione, che denota quanto meno un’irritante sufficienza da parte di Amazon, la polemica ha poi virato, andando a colpire la ferita sempre aperta della censura sul web. A lcuni utenti temono infatti che i rivenditori possano eliminare retroattivamente dai lettori i libri considerati scomodi , cosa per altro prevista dal contratto con i produttori di Kindle. Sembra ci sia ancora parecchio da lavorare, insomma, per rendere la letteratura in codice binario davvero efficiente e alternativa al rassicurante (e a volte ‘rivoluzionario’) oggetto libro.
Amazon: niente Orwell su Kindle

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