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Ancora un progetto italiano per le batterie sostenibili

Nuove batterie da scarti alimentari - immagine INSTM

Nuove batterie da scarti alimentari - immagine INSTM

In campo questa volta un gruppo di istituzioni al lavoro anche su scarti organici di lavorazioni alimentari

Si chiama Orangees il nuovo progetto italiano per creare batterie più sostenibili grazie a materiali di frontiera, sempre più performanti e sicuri. Peraltro, a costo ridotto. Il nome ORANGEES è una sigla per Organics for Green Electrochemical Energy Storage e racchiude un progetto da 4 milioni di euro che coinvolge ENEA, Consiglio nazionale delle ricerche, Consorzio interuniversitario nazionale per la scienza e tecnologia dei materiali, che ha diffuso un video chiarificatore, Ricerca sul Sistema Energetico (Rse), Standex International e Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), presso la cui sede milanese era già stata messa a punto una batteria speciale.

Il fulcro di tutta l’attività sono materiali di nuovissima generazione, sia ibridi (organici/inorganici) sia prettamente organici, ottenuti da scarti dell’industria agroalimentare (caseina, siero del latte, cheratina, fico d’India e cellulosa). Gli scienziati, secondo le anticipazioni di ENEA, mirano a “validare i nuovi materiali sia per prestazioni elettrochimiche, sia per incrementarne la sostenibilità ambientale grazie alla massima riduzione – nei sistemi di accumulo – della componente inorganica, come litio, cobalto e tutti quei metalli che rientrano nella lista Ue delle 34 materie prime critiche.

Un ruolo fondamentale sarà quello della selezione di scarti e sottoprodotti naturali da parte di ENEA, che dovrà verificarne il possibile utilizzo come materie prime per produrre membrane ed elettrodi green. Le fonti di energia sono uno degli asset su cui si giocano gli investimenti dei prossimi anni, sia a livello di istituzioni consolidate, sia a livello di start-up.

di Daniela Faggion
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