La start-up pisana Planckian ha da poco ottenuto un finanziamento di 2,7 milioni per produrre batterie che possono immagazzinare energia in modo efficiente e rapido.
Le fonti di energia sono uno degli asset su cui si giocheranno i prossimi anni. Anche per questo una startup pisana che mette a punto batterie quantistiche ha attratto l’interesse di investitori, con un primo round di investimenti da 2,7 milioni di euro. Si chiama Planckian – evidente omaggio al teorico della fisica quantistica di inizio Novecento, Max Planck, e secondo Marco Polini (suo co-fondatore insieme a Vittorio Giovannetti) “rappresenta, ad oggi, il primo e unico tentativo di utilizzare le conoscenze maturate in questi campi per sviluppare tecnologie per la gestione dell’energia, in grado di sfruttare le proprietà uniche della meccanica quantistica”.
Facciamo un passo indietro. La meccanica quantistica descrive il comportamento di materia, radiazione e reciproche interazioni di fenomeni attivi nella scala di lunghezza o di energia atomica e subatomica. E le leggi che governano il mondo dei quanti (le componenti infinitamente piccole della materia, appunto) differiscono dal mondo che “vediamo”. Le quantità fisiche come l’energia, ad esempio, non vengono scambiate in modo continuo ma attraverso ‘pacchetti’, con valori di energia specifici e non illimitati, come invece sostenevano le leggi della fisica classica.
Compreso, almeno a grandi linee, questo concetto, diventa più chiaro perché nel 2018 un gruppo di studenti italiani dell’Università di Pisa abbiano cominciato a immaginare delle batterie che sfruttino queste caratteristiche e abbiano poi fondato Planckian con l’idea di realizzare dispositivi capaci di accumulare energia ad altissima efficienza e velocità, in modi impossibili per le batterie tradizionali. Le batterie quantistiche potranno immagazzinare molta energia in modo estremamente rapido e sembrano offrire possibilità formidabili, se gli investitori son disposti a mettere sul tavolo cifre a sei zeri. Il round di investimento da 2,7 milioni di euro è guidato da “Eureka! Fund I – Technology Transfer”, gestito da EUREKA! Venture SGR, e partecipato da Tech4Planet, gestito da CDP Venture Capital SGR, ed Exor Ventures, oltre a importanti business angels.