L’Associazione nazionale industria cinematografica audiovisiva ha presentato il rapporto sullo stato del mercato del grande schermo in Italia. I dati del 2009 mostrano una sostanziale stasi del settore. Le presenze sono in lieve calo , rispetto all’anno precedente (-0,4%), mentre gli incassi giovano del ritorno di fiamma per il 3D (a biglietti maggiorati) e sono in ascesa del 4,9%. Il box office totale, tra gennaio e dicembre, è stato di 622,7 milioni di euro, per 98,9 milioni di biglietti strappati. Crisi più evidente, invece, per il reparto produttivo. Nel 2009, l’Italia ha prodotto e coprodotto 131 lungometraggi, rispetto ai 154 del 2008. A risentirne sono soprattutto le pellicole in tutto e per tutto nostrane, che hanno perso per strada 26 titoli. Causa importante del calo delle produzioni è senza dubbio il taglio dei fondi pubblici, dimezzati fino a 38 milioni di euro, mentre quelli privati si assestano a 260 milioni. Si svilisce anche la quota di mercato dei film italiani, ridotta al 23,4% del totale (-5% nell’ultimo anno) , interrompendo un trend positivo che nel biennio precedente aveva lanciato prodotti importanti anche in campo internazionale (Gomorra e Il Divo su tutti). Parimenti al minor impatto delle opere tricolori nel mercato interno, diminuiscono anche gli investimenti nelle pellicole nostrane: mediamente, un film italiano ha un budget compreso tra 2,1 e 2,3 milioni di euro, nonostante i costi reali di produzione siano in aumento e si attestino mediamente a 4,5 milioni (+5%). Infine, per quanto riguarda le case di distribuzione: il 2009 vede Medusa al primo posto di categoria, con 76 film e 88 milioni di incasso (dati Cinetel), pari a circa il 14% del totale. Seguono Universal (13%), Warner Bros (12%) e Sony Pictures (11%).
Anica: il cinema italiano boccheggia

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