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25 Novembre 2006 | Attualità

Anna La Rosa e Cesara Buonamici ricorrono contro sospensione dall’Ordine

Dicono di avere appreso della sospensione sanzionatoria solo dalle agenzie di stampa. Cesara Buonamici e Anna La Rosa coinvolte in due diverse inchieste della procura di Potenza reagiscono al provvedimento disciplinare emesso dall’Ordine del Lazio in relazione a violazione delle norme deontologiche. La Buonamici ha annunciato che impugnera’ immediatamente il provvedimento di sospensione.  “Ho avuto notizia del provvedimento da un lancio di agenzia. Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti del Lazio – dice la giornalista del Tg5 – avrebbe disposto la sospensione dalla professione per un periodo di sei mesi. Se la notizia corrispondesse al vero si tratterebbe di un fatto di inaudita gravita’, non essendo stata la decisione fondata su prove o su elementi ad esse assimilabili, ma su convincimenti di natura puramente personale”. Per questo motivo, Cesara Buonamici comunica che impugnera’ immediatamente il provvedimento, ritenuto “iniquo, illegittimo e inaccettabile sotto ogni profilo” Anche la La Rosa ha annunciato ricorso: “Francamente non ne sapevo niente. Ancora non conosco le motivazioni di una simile decisione. A me non e’ arrivato nulla. Naturalmente, sicuramente, faro’ ricorso ma devo prima conoscere le motivazioni e parlarne col mio avvocato” L’inchiesta a cui si fa riferimento per Anna La Rosa potrebbe essere quella del 1993 in cui la giornalista Rai fu accusata di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. In particolare la La Rosa, secondo l’accusa, avrebbe utilizzato la sua trasmissione televisiva facendosi pagare dagli ospiti che invitava. In particolare fu fatto riferimento a una serie di regali di grande valore ricevuti in cambio delle ospitate di cinque direttori di cliniche private, ai quali promise anche di intervenire a loro favore presso un giudice. Con lei finirono sotto indagine in diversi filoni d’inchiesta anche il presidente del Perugia Calcio Luciano Gaucci, Sergio D’Antoni, Flavio Briatore e Gianni Pilo, divenuto celebre negli anni ’90 come sondaggista di Berlusconi. Per la La Rosa il Pm Woodcock chiese gli arresti domiciliari. Roberto Natale segretario del sindacato dei giornalisti Rai, Usigrai, aveva criticato l’allora direttrice dei servizi parlamentari esprimendo rammarico per il danno di immagine subito dalla categoria, ma difendendo la presunzione di innocenza. Nel gennaio 2004 l’Ordine dei giornalisti del Lazio aprì un procedimento che venne però sospeso in attesa dell’esito dell’indagine penale. Sempre del Pm Woodcock l’inchiesta che ha coinvolto Cesara Buonamici che non è stata mai indagata per alcun reato. Secondo l’accusa la giornalista si sarebbe proposta come intermediaria a Ugo Bonazza, imprenditore legato a Vittorio Emanuele, per fare arrivare a un gestore messinese, Rocco MIgliardi, le autorizzazioni per la vendita di slot machines. La Buonamici ha sempre negato tutto, anche lo stesso Migliardi affermo’ di non avere avuto nessun contatto o intervento  con la giornalista.

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