La prima settima del processo che vede Samsung imputata per violazione del diritto d’autore, con Apple al tavolo degli accusatori, ha portato alla luce alcuni retroscena della battaglia tra colossi dell’hi-tech. A parlare per prima è stata l’accusa, con il senior vice president di Apple, Phil Schiller , che ha raccontato del processo di creazione di iPhone: “A quel tempo (nel 2005/2006, ndr) i cellulari non erano un granché come dispositivi di intrattenimento e perciò abbiamo pensato di fare un nostro telefono” Lo spunto fu iPod, all’apice del successo e all’epoca sinonimo di musica digitale portatile. Schiller ha specificato che il budget per pubblicizzare iPhone è cresciuto molto negli anni, totalizzando 647 milioni di dollari spesi tra il 2008 e il 2011 e rimarcando come le attività di Samsung, che secondo l’accusa avrebbe copiato il design del Melafonino, hanno danneggiato l’immagine e le casse di Apple. Poi è stata la volta di Scott Forstall, che è vice presidente della sezione software , quella che sviluppa il sistema iOs che dà vita a iPhone. Forstall si è concentrato sulla segretezza dei progetti legati al cellulare della Mela: “Prendemmo uno degli edifici che abbiamo a Cupertino. Avevamo porte con lettori di schede, per entrare nei laboratori bisognava passare la scheda quattro volte” . Insomma, storie di vita (lavorativa) per provare a convincere il giudice che il danno procurato da Samsung vale il risarcimento (record) di 2,5 miliardi di dollari. Ma lo scronto tra colossi è appena cominciato.
Apple-Samsung, schermaglie da tribunale

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