Il Garante per la Privacy ha stilato oggi alcune nuove normative per la tutela dei dati sensibili contenuti negli archi online dei giornali. L’autorità ha così accolto le istanze di alcune persone che si erano lamentate del fatto che un editore avesse reso recentemente fruibile ai più comuni motori di ricerca parte dell’archivio storico del proprio quotidiano. I ricorrenti lamentavano il fatto che, digitando il proprio nome sui motori di ricerca, ottenevano come risultato notizie pubblicate anche quindici anni prima. In un caso, il ricorrente era stato completamente assolto dai reati citati nell’articolo, ma ciò non emergeva dai risultati della ricerca. In altri casi, gli interessati, pur avendo negli anni cambiato vita e avviato una diversa attività professionale, continuavano ad essere associati a vicende ormai lontane. Il Garante ha specificato quindi nuove modalità per l’archiviazione del materiale pubblicato, imponendo alla società editrice di adottare le opportune misure tecniche: ad esempio, predisponendo una versione dell’articolo che non riporti i dati personali delle persone in questione, nel caso in cui l’articolo possa essere estratto automaticamente da motori di ricerca esterni; oppure prevedendo differenti modalità di presentazione delle pagine sul web, in particolare garantendo che le notizie siano rintracciabili soltanto usando il motore di ricerca del giornale o del sito web. Queste soluzioni permettono una maggiore tutela dei dati sensibili , quali nomi e cognomi, indirizzi e fedina penale, consentendo comunque un’ottima fruibilità del materiale giornalistico, che dovrà semplicemente essere meno indicizzato sui motori come Google e, invece, meglio organizzato e rintracciabile attraverso i siti stessi dei quotidiani e dei magazine. Il Garante ha invece respinto la richiesta di cancellazione totale dei dati dai database dell’informazione , riferendosi al diritto di cronaca e preferendo irrigidire le norme sulla messa in circolo dei contenuti.
Archivi dei giornali web, nuove regole per la privacy

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