Un progetto dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa svilupperà un gemello digitale del contesto urbano fiorentino per migliorare il clima e la vivibilità
Come cambia il clima all’interno dei contesti urbani? Quali sono gli strumenti per rendere le città più sostenibili? A queste domande cerca di dare una risposta DANTE (Data Aware efficient models of the urbaN microclimaTE), nuovo progetto finanziato dallo European Research Council (ERC) con fondi ERC Starting Grants con l’obiettivo di sviluppare innovative tecniche numeriche per predire il microclima in ambiente urbano, attraverso modelli matematici, machine learning e assimilazione dati.
Il progetto è iniziato ufficialmente il primo aprile e durerà 5 anni, con un investimento pari a 1,4 milioni di euro. A coordinarlo è Giovanni Stabile, professore associato presso l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna. Dopo aver conseguito un dottorato congiunto tra l’Università di Firenze e l’Institute of Scientific Computing della TU Braunschweig, Stabile ha lavorato come post-doc alla SISSA di Trieste (è in questo periodo che Stabile ha sottomesso il progetto allo European Research Council e, come ricercatore all’Università di Urbino, prima di trasferirsi alla Scuola Superiore Sant’Anna.
La percentuale di popolazione mondiale che vive nelle città è in rapido aumento e si prevede raggiungerà l’80% entro il 2050. È quindi fondamentale sviluppare nuovi metodi per modellare il microclima urbano e per aiutare le professioniste e i professionisti coinvolti nel processo di pianificazione urbanistica (architetti, ingegneri, politici) a rendere le città più sostenibili e confortevoli. In questo contesto il progetto DANTE mira a creare un nuovo paradigma per simulazioni numeriche veloci e affidabili e a migliorare i modelli predittivi.
Firenze sarà il primo caso studio del progetto DANTE, con la creazione di un gemello digitale che riprodurrà il microclima del contesto urbano del capoluogo toscano e si concentrerà in particolar modo sulla diffusione di inquinanti, sia da sorgenti mobili come automobili sia da sorgenti fisse come le industrie, e sulla modellazione di fenomeni complessi come le isole di calore ed eventi atmosferici estremi.
Perché Firenze? “Il capoluogo toscano ha un contesto meteorologico particolarmente sfavorevole – spiega Giovanni Stabile – che porta a un accumulo di inquinamento atmosferico con valori registrati di biossido di azoto, di ozono e di particolato che superano gli obiettivi di legge da raggiungere entro il 2030 Questo progetto, che già nell’acronimo svela il suo omaggio a Firenze e alla terra toscana, vuole dare soluzioni concrete per migliorare il clima e la vivibilità della città”.