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2 Settembre 2023 | Attualità, Eventi

Arte: la natura irrompe in una chiesa sconsacrata di Roma

L’installazione dell’artista Precious Okoyomon avvolge  le mura dell’edificio di Sant’Andrea de Scaphis a Trastevere con il mistero, la suggestione e la forza propri della natura.

A Roma fino al 15 settembre è possibile visitare la prima personale in Italia dell’artista di origine nigeriano-americana Precious Okoyomon. Il contesto è quello magico e suggestivo di una chiesa sconsacrata risalente al IX secolo, Sant’Andrea de Scaphis a Trastevere. 

La forza della natura al centro

Nella sua mostra “The sun eats her children”, Okoyomon ricrea un ambiente dove la natura è protagonista con la sua durezza, con la sua capacità di resistere, di sorprendere e di essere formidabile. Così tra le mura della ex chiesa il canto degli uccelli, il ronzio degli insetti, il silenzio il rumore del suolo sotto i piedi, diventano un suono unico, denso e misterioso. Uno scenario naturale e bucolico in continuo mutamento, con un sottofondo sinistro e a tratti inquietante.

Ogni specie selezionata e coltivata qui da Okoyomon è accomunata da un’unica proprietà naturale: la capacità di produrre veleno. L’obiettivo è portare alla luce l’antagonismo che queste piante affermano nei confronti di un’idea della natura come passiva e vulnerabile.

Gli abitanti dell’ecosistema di Okoyomon

In questo ecosistema tropicale non passa inosservato Beloved, un orsetto di peluche robotico, sdraiato su un fianco, che svegliandosi dal sonno, a intervalli regolari, emette un urlo di terrore. Il suono è in netto contrasto con la sinfonia composta per l’installazione artistica dall’autrice Kelsey Lu. L’orso è vestito con biancheria intima di pizzo, evocando la sessualità proibita e deviante che pervade le nostre prime esperienze infantili.

Ma il dettaglio più abbagliante della mostra è l’inclusione di una serie di diverse specie di farfalle con morfologia nera che vivranno, si riprodurranno e moriranno all’interno della chiesa nel corso della durata dello spettacolo. È intitolato The Sky Is Always Black, Fort Mose (2022) e fa riferimento a un insediamento del XVIII secolo di neri precedentemente ridotti in schiavitù che fuggirono dal sud americano per vivere nella colonia spagnola Fort Mose, area che oggi è situata in Florida. In quest’opera l’artista immagina il volo costante delle farfalle nere come metafora della vita fuggitiva degli schiavi e degli ex schiavi.

La natura e le nostre storie violente

Nelle sue sofisticate e complesse espressioni artistiche, Okoyomon sottolinea che gli elementi organici hanno un duplice scopo: ci ricordano le nostre storie violente ma celebrano anche la capacità della natura di adattarsi e prosperare di fronte alle crisi provocate dall’uomo. Il loro lavoro ci chiede continuamente di ascoltare il mondo naturale e contiene avvertimenti su ciò che potrebbe accadere se non agiamo. Una questione sempre più urgente, attuale e presente nelle nostre vite. 

Di Valentina Colombo

 

Precious Okoyomon, the sun eats her children, 2023. Courtesy of the artist and Sant’Andrea de Scaphis. Photo Sant’Andrea de Scaphis

Precious Okoyomon, the sun eats her children, 2023. Courtesy of the artist and Sant’Andrea de Scaphis. Photo Sant’Andrea de Scaphis

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