“ Chi di voi ha un iPhone? Chi ha un blackberry? Chi usa Gmail? Beh, siete tutti fregati ”. Non usa mezze parole Julian Assange , il fondatore di Wikileaks, per descrivere la situazione nella quale secondo lui si trova più o meno tutto il mondo: siamo tutti facilmente spiabili. Anzi forse siamo già tutti spiati. E’ l’ultimo scoop messo a segno da WikiLeaks in partnership con il Bureau of Investigative Journalism e Privacy International, organizzazione britannica che si batte per il rispetto della privacy. A presentarlo, in una conferenza stampa a Londra, è stato lo stesso Assange. Molte società private in giro per il mondo sono in grado di offrire a chi paga tecnologie capaci di monitorare e-mail, sms e telefonate di un’intera popolazion e. “ Nel corso degli ultimi 10 anni – ha detto Assange durante la presentazione dell’inchiesta – è fiorita un’ industria internazionale che fornisce ai servizi segreti degli Stati equipaggiamenti capaci di sorvegliare masse di persone “. Si tratta di 130 aziende basate in 25 paesi , soprattutto occidentali: insieme si spartiscono un business che vale 5 miliardi di dollari. “ Spero – ha concluso – che la pubblicazione di questo materiale faccia capire che tutti siamo spiati. Non è una minaccia teorica, che può verificarsi in un remoto futuro: sta accadendo oggi, e coinvolge ognuno di noi ” .
Assange avverte: siamo tutti spiabili

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