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9 Marzo 2009 | Attualità

Asta nazista su eBay promossa dal negazionista Irving

C’è chi cerca una webcam o un iPhone, chi una giacca di pelle usata o un paio di jeans, e poi c’è chi cerca un ricordo autentico del periodo nazista, che ovviamente aumenta di valore all’aumentare della vicinanza del souvenir con Hitler e le persone a lui vicine. E’ stata soprannominata ‘Naz-eBay’ ed è l’asta i cui oggetti vengono autenticati direttamente da David John Cawdell Irving , scrittore e storico del Regno Unito specializzato in storia militare della seconda guerra mondiale, la cui credibilità professionale è stata screditata in seguito ad alcune sue dichiarazioni che negavano l’esistenza dell’Olocausto e abbracciavano idee antisemite e naziste (lo storico fu incarcerato nel 2005 in Austria per essersi identificato con il partito tedesco nazista, ma poco dopo un anno fu scarcerato). Siccome per un negazionista ben conosciuto risulta piuttosto difficile svolgere la professione di storico, Irving dichiara di essere ricorso alla vendita su internet di tutti gli oggetti nazisti raccolti in giro per il mondo, per guadagnarsi da vivere : “ C’è gente disposta a pagare bene per queste cose, io devo mantenermi e questo è il modo in cui mi guadagno da vivere ”. Sono in vendita fotografie autografate da Hitler, vari oggetti appartenenti al Führer e alla sua famiglia e addirittura ossa del dittatore nazista e della sua amante Eva Braun. I nostalgici a quanto pari sono molti, altrimenti non si spiega come una ciocca di capelli del dittatore possa costare 130 mila sterline. Shimon Samules, direttore del Simon Wiesenthal Centre che da anni da la caccia assieme alla sua associazione ai criminali di guerra nazisti, ha così commentato la vendita di eBay: “ E’ un’iniziativa che chiaramente tende a glorificare Hitler, è dunque inaccettabile, e direi anzi che è nauseante ” Ricordiamo inoltre che commercializzare oggetti nazisti è considerato reato in Germania, Polonia, Austria e Francia, l’associazione di Shimon Samules ha perciò chiesto che venga immediatamente proibita l’asta. Varie associazioni ebraiche hanno chiesto la chiusura dell’asta da parte del governo britannico , ricordando che, seppure in Gran Bretagna non sia considerato reato negare l’Olocausto, è reato diffondere odio e discriminazione razziale o religiosa.

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