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24 Novembre 2025 | Attualità, Economia

Aumenti record dei prezzi alimentari: in quattro anni +25%

Decisivo il ruolo della crisi energetica e degli eventi meteorologici. Gli alimenti freschi aumentati più di quelli trasformati

Secondo l’analisi pubblicata dall’Istat sull’andamento dell’economia di novembre, dal 2021 i prezzi dei prodotti alimentari in Italia hanno registrato una crescita molto più marcata rispetto all’inflazione generale. Tra ottobre 2021 e ottobre 2025, il rincaro ha raggiunto complessivamente il 24,9%, un valore superiore di quasi otto punti percentuali rispetto all’aumento dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo, fermo al 17,3%.

L’aumento ha interessato in misura maggiore gli alimenti freschi, aumentati del 26,2%, rispetto ai prodotti trasformati, cresciuti comunque del 24,3%. A settembre 2025, il costo complessivo del cibo risulta più alto del 26,8% rispetto all’autunno 2021. L’incremento è stato particolarmente rilevante per i prodotti vegetali, saliti del 32,7%, per latte, formaggi e uova, cresciuti del 28,1%, e per pane e cereali, aumentati del 25,5%.

L’andamento mostra un primo rialzo nella seconda metà del 2021, seguito da una fase di forte accelerazione tra l’inizio del 2022 e la metà del 2023, periodo in cui lo “shock” energetico ha avuto un ruolo decisivo. Anche dopo questo picco gli incrementi sono proseguiti, sebbene con ritmi più moderati. L’aumento dei prezzi alimentari non è stato tuttavia un fenomeno isolato: nello stesso intervallo temporale il rincaro ha coinvolto tutta l’Europa, raggiungendo il 29% nell’area euro, il 32,8% in Germania, il 29,5% in Spagna e il 23,9% in Francia.

L’Istat attribuisce la crescita eccezionale dei prezzi a un insieme di fattori prevalentemente esterni. A partire dalla ripresa post-pandemica, la domanda globale di materie prime alimentari è aumentata rapidamente, mentre sono rimaste persistenti difficoltà nelle catene di approvvigionamento. Contemporaneamente, in diversi paesi esportatori si sono verificati eventi meteorologici sfavorevoli che hanno ridotto l’offerta. Queste condizioni hanno generato un aumento significativo dei costi dei prodotti per l’intero comparto alimentare.

Il quadro si è ulteriormente aggravato dopo febbraio 2022, con l’invasione dell’Ucraina e le sanzioni alla Russia, che hanno fatto schizzare verso l’alto il prezzo del gas e delle altre fonti energetiche. Nel periodo tra ottobre 2021 e novembre 2022, i beni energetici al consumo sono aumentati in Italia del 76%, una variazione quasi doppia rispetto alla media dell’area euro e nettamente superiore a quella di Germania, Francia e Spagna.

L’aumento del costo dell’energia ha avuto un impatto particolarmente forte sui prodotti alimentari non lavorati. In questo segmento il peso degli input energetici sul totale è pari al 5,5%, più del doppio rispetto alla media degli altri settori non energetici e superiore anche rispetto all’intera economia, dove la quota si attesta al 4,4%. Ciò spiega perché frutta, verdura e altri prodotti freschi siano stati tra i più colpiti dai rincari.

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Di <a href="https://www.telepress.news/author/daniela-faggion/" target="_self">Daniela Faggion</a>

Di Daniela Faggion

Emiliana di nascita, non ho ancora deciso dove mi piacerebbe mettere radici: nel frattempo sto in prestito a Milano dal 2000. Giornalista pubblicista dal 2003 e professionista dal 2006, ho lavorato per diversi media e pubblicato due libri. Scrivo per Telepress dal 2022 e mi occupo di attualità, scienze, ambiente, ed enogastronomia, sempre per raccontare l'Italia vista dal mondo e l'Italia in giro per il mondo.

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