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11 Gennaio 2010 | Innovazione

Avatar, ovvero sputare nel piatto in cui si mangia

In quest’angolo oggi vogliamo interrogarci su quale sia il motivo per cui alcuni grandi editori finanzino o promuovano contenuti a loro ostili. Avatar è un esempio interessante. Il film è un manifesto ecologista, contro il capitalismo, quasi comunista, beh diciamo socialista, ma non del socialismo reale.   E’ un inno contro il modello capitalista e la speculazione , anche in senso innocuo, per evitare di dire in senso buono. Ma a mettere mezzo miliardo di dollari per farlo gemmare dalla creatività di James Cameron (Titanic) è stata la Fox di Rupert Murdoch, il capitalista dei capitalisti, il campione del mondialismo.   Questo fatto mi fa venire in mente un altro esempio. Questo autunno notai che in un punto strategico di passaggio della l ibreria Mondadori di via Marghera, a Milano, era collocato un intero bancale di libri contro Berlusconi . Una dozzina di titoli impilati in uno dei punti più trafficati. Anche in quel caso mi interrogai: perché Berlusconi promuove i libri contro Berlusconi? Nello stesso modo, perché Murdoch ha finanziato Avatar? La mia risposta è questa, semplice, ma che va articolata: per soldi. I soldi guadagnati dalla vendita di un libro di Travaglio & c. hanno un effetto molto maggiore in termini di propaganda rispetto al danno provocato dal libro.  E poi vogliamo mettere il gusto di prendere dei soldi a un sostenitore di Travaglio & C e pagarci il nuovo inno per le elezioni?   Ma se questo conto mi torna, almeno fino a che i lettori di Travaglio & C. saranno una nicchia, meno mi tornano i conti su un film come Avatar . Le opere cinematografiche, soprattutto quelle destinate a un pubblico meno colto, hanno un potere di penetrazione molto forte. Oddio, nessuno chiederà una rivoluzione nei comportamenti delle Nazioni Unite dopo aver visto questo film. Ma certo che almeno per un paio di giorni qualche notizia al telegiornale potrebbe essere vista con un occhio diverso. Forse la seconda risposta è proprio questa: la capacità di influenzare il pubblico è debole senza reiterazione. E Avatar, visto una volta, non avrà altri messaggi analoghi a sostenerne le tesi, certo almeno non dalle reti di Murdoch (e dalla Fox in particolare).   Insomma questa apparente contraddizione si spiega con la capacità di sottrarre e reinvestire le risorse degli “oppositori”, e forse con la scarsa permanenza di un messaggio che quindi viene ritenuto poco dannoso.   Oppure no? Silvio, Rupert che ne dite? E voi?

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