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25 Marzo 2007 | Economia

Azione collettiva negli Usa contro Vivendi Universal

Un giudice americano ha deciso di accettare un’azione collettiva contro il gruppo francese Vivendi da parte di investitori che si ritengono danneggiati. Il giudice americano Richard J. Holwell, giudice federale di primo grado dello Stato di New York, ha approvato un’azione di investitori che hanno acquistato azioni Vivendi Universal in Europa e Stati Uniti o che hanno acquistato certificati di deposito americani tra il 20 ottobre 2000 e il 14 agosto 2002. Sentito dall’Agenzia France Presse, il gruppo Vivendi ha detto “avere preso atto di questa decisione e di stare studiando le risposte più adeguate per garantire al meglio la sua difesa”. La decisione del giudice riguarda un’azione collettiva aperta contro Vivendi nel luglio 2002  e “apre la via a una compensazione effettiva degli azionisti”, ha ritenuto domenica il presidente dell’associazione che riunisce i piccoli azionisti, Colette Neuville: “Per la prima volta, un giudice americano si riconosce competente per giudicare nel quadro di una class action delle infrazioni alle norme borsistiche americane che sarebbero state realizzate da dirigenti francesi di una società francese al pregiudizio di azionisti francesi”. Nella sua decisione, il giudice Holwell ha ritenuto che “in un’economia mondializzata, le società fanno affari al di là delle frontiere e vendono le loro azioni in borsa nel mondo intero, e che le cattive condotte sociali che siano commesse negli Stati Uniti o all’estero possono avere effetti rilevanti sul mercato americano”, aggiungono dall’associazione. A inizio giugno 1996, quando Jean-Marie Messier era diventato presidente di Vivendi, i dirigenti del gruppo si erano lanciati “in un’avventura di acquisizioni massicce per molti miliardi di dollari”, dice l’associazione. Nel 2001, Vivendi Universal aveva annunciato una perdita di 13,6 miliardi di euro, una del più pesanti mai registrate da un’impresa francese. Messier era stato scaricato nel 2002.

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