Maglia nera in Europa, l’Italia è l’unico Paese dell’Ue in cui la velocità delle connessioni internet diminuisce nel tempo . I dati del Rapporto sullo stato della rete, che fanno riferimento all’autunno 2013, parlano chiaro: la banda larga italiana va a passo di gambero e si ferma a 4,9 Mbps di media, in calo dell’1,4% rispetto a quanto registrato in estate. Il dato su base annua è invece positivo, con connessioni più rapide del 24%, ma questo è dovuto alla diffusione più capillare della banda larga più che a un’effettiva capacità della rete. A sottolineare i problemi infrastrutturali c’è il -22% trimestrale (-4,9% in un anno) registrato dai picchi di velocità , scesi a 18,2 Mbps, il peggior risultato nell’intera Unione europea. I motivi del rallentamento della banda larga italiana restano ignot i: la tecnologia arretrata certo non aiuta a ottenere buone performance in fase di download e upload dei dati, inoltre l’adozione delle connessioni super-veloci è minima (3,7% delle abitazioni), mentre solo il 49% degli internauti nostrani ha un abbonamento al più canonico web rapido. Numeri impietosi se confrontati con quelli di Francia, Germania e Spagna, con la super banda larga ormai attiva nel 14% delle case. Il Regno Unito fa da locomotiva per tutti, con il 27% delle adesioni. L’Italia rischia di scivolare nel terzo mondo digitale , con i danni conseguenti per l’economia, l’informazione e los viluppo dei servizi online. A mantenere in linea di galleggiamento lo Stivale ci pensa la connettività mobile, la cui velocità media del miglior operatore è di 4,5 Mbps, con picchi di 19,8 Mbps, in linea con l’area europea. Magra consolazione.
Banda larga a singhiozzo per l’Italia

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