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16 Febbraio 2024 | Attualità

Bassa scolarità e tossicità finanziaria tra le determinanti oncologiche in Italia

Nel mondo una quota consistente delle morti oncologiche è associata alle disuguaglianze socioeconomiche, in particolare a bassi livelli di istruzione e reddito. Le persone meno istruite e più povere adottano stili di vita scorretti, eseguono con scarsa frequenza gli screening, non accedono ai sistemi sanitari e troppo spesso arrivano alla diagnosi di tumore in fase già avanzata.

Queste disparità sono meno evidenti nei Paesi che presentano sistemi sanitari universalistici come il nostro, dove però i determinanti socioeconomici sono comunque in grado di influire sulla mortalità da cancro, determinati spesso dal livello del ciclo di studi e dalla successiva capacità di reddito.

In Italia circa un quarto delle morti per cancro è riconducibile a bassi livelli di istruzione. Come evidenziato in uno studio pubblicato sul Journal of Public Health, quasi 30mila (29.727) decessi oncologici nel 2019 sono correlabili alla scarsa scolarità (22.271 morti negli uomini e 7456 nelle donne).

Nel 2023 sono state stimate 395.000 nuove diagnosi di tumore: la sedentarietà presenta un gradiente sociale a svantaggio delle persone con problemi economici o con  bassa istruzione, fra le quali raggiunge il 43% rispetto al 25% dei cittadini che non vivono questa condizione. Questo vale anche per l’obesità, pari al 17% fra gli individui con svantaggio sociale, rispetto al 9% di chi non vive in serenità economica. E la prevalenza del fumo fra le persone con difficoltà economiche è pari al 37%, mentre fra chi non ha problemi finanziari la quota di fumatori è scesa dal 27% al 22% fra il 2008 e il 2022.

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