Il belga più famoso del mondo? Non è un re, un pittore o uno sportivo. E’ Tintin, storico personaggio dei fumetti nato dalla matita di Hergé, che rischia di veder declassato il suo secondo albo di avventure, datato 1930, per problemi di razzismo nei confronti del popolo del Congo. Proprio quando anche il mondo di Hollywood ha deciso di produrre un lungometraggio sulle avventure del belga più famoso del mondo, i diritti li ha acquistati Steven Spielberg, il movimento contro il razzismo Mrap chiede all’editore Casterman di aggiungere una nota di avvertimento nel libro “Tintin au Congo” (“Tintin in Congo”, il titolo in italiano). “Contiene pregiudizi razziali” sarà il bollino di avvertimento per il pubblico, secondo le richieste. Il libro, scritto nel 1930, è figlio dei suoi tempi cioè di quando il Belgio era una potente nazione coloniale con ampi territori in Africa. Ai nostri giorni, il Congo non è più colonia belga e molti dei contenuti della storia a fumetti suonano come razzisti nei confronti dei personaggi di colore. Già negli Usa e in Gran Bretagna le ristampe dell’albo di Hergè non sono vendute nel reparto di libri per bambini e in Sud Africa l’editore locale ha addirittura deciso di non stampare la storia. Insomma, i congolesi hanno preso sul serio la cosa anche se con qualche decennio di ritardo. Meglio tardi che mai, comunque. Se non saranno accontentate le richieste del Mrap un gruppo di cittadini del Congo manifesterà sotto il palazzo di giustizia a Bruxelles mercoledì prossimo.
Belgio: che brutta storia per Tintin in Congo

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