Il datagate ha sconvolto gli equilibri dell’internet statunitense e non solo. Secondo Tim Berners-Lee, padre del world wide web e gran sostenitore della filosofia della rete aperta ed entropica, la sorveglianza attuata dal governo americano “è un’intrusione nei diritti umani più basilari che minaccia le fondamenta della società democratica”. L’innocenza di internet è perduta da tempo , ma un controllo così sistematico e dettagliato da parte delle agenzie di Washington, che elaborano dati raccolti da e-mail, social network, siti di e-commerce e motori di ricerca, rischia di stravolgere il web così come lo conosciamo. “ Nel corso degli ultimi due decenni, la rete è diventata parte integrante delle nostre vite – ha spiegato Berners-Lee – . Una traccia di come lo usiamo può rivelare cose molto intime e personali. Un magazzino di queste informazioni per ogni persona costituisce una grande responsabilità: di chi ti fideresti per decidere a chi dare accesso, o per mantenerlo sicuro?” . L’amministrazione Obama non ha dato risposta a questi quesiti fondamentali, così come non ha informato gli utenti della sua intromissione nei loro dati personali.
Berners-Lee, il guru del web contro il datagate

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