La Corte di Cassazione ha operato un radicale distinguo tra blog e stampa, in particolare quella clandestina. Tutto riassunto in poche parole che in un solo secondo spazzano via anni di incomprensioni: “ La Corte di Cassazione annulla senza rinvio perchè il fatto non sussiste ” Il caso è quello di Carlo Ruta , giornalista accusato di diffamazione a mezzo stampa e stampa clandestina per aver pubblicato il proprio pensiero su di un blog. La sua condanna risale al 2008 con pronuncia confermata nel 2011. Il giornalista curava saltuariamente un blog denominato Accade in Sicilia, che forniva un informazione sui fenomeni mafiosi presenti sul territorio siciliano che a un certo punto era divenuto oggetto di una querela per diffamazione da parte di un magistrato sentitosi offeso da alcuni scritti presenti sul blog . Il tribunale di Modica aveva ritenuto in primo grado che il blog del saggista fosse una vera e proprio testata giornalistica , e che, pertanto, da un lato dovesse considerarsi “prodotto editoriale”, dall’altro, proprio in quanto “stampa periodica”, dovesse essere registrato presso il Tribunale competente. Ci sono voluti però tre gradi di giudizio ed un lungo percorso per ripristinare quella che è una evidente realtà. Alla fine il risultato è raggiunto: il blog non è di per sé un prodotto editoriale e un blogger non è per definizione un giornalista . Vanno perciò definiti, giudicati e considerati separatamente, secondo prerogative diverse.
Blog e stampa, due cose diverse

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