Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

17 Luglio 2014 | Attualità

Blog troppo critico col ristorante, autrice condannata per diffamazione

Un giudice ha condannato una blogger francese perché la sua recensione negativa di un ristorante di Cap Ferret veniva mostrata troppo in evidenza, in quarta posizione, nei risultati della ricerca su Google del ristorante stesso. Il giudice ha ordinato che il titolo del suo post venga modificato, non il contenuto, e che la blogger, Caroline Doudet, risarcisca con 1.500 euro più mille euro di spese processuali i proprietari del locale che l’avevano denunciata per diffamazione . Il giudice ha anche sottolineato che il danno al ristorante era stato aggravato dal fatto che la Doudet e il suo blog Cultur’elle  avessero circa 3mila iscritti tra Twitter e Facebook, facendo dunque pensare a una buona visibilità dell’articolo. Lo scorso agosto ha pubblicato un post intitolato “Il posto da evitare a Cap-Ferret: Il Giardino ” in cui faceva c ommenti poco positivi sulla proprietaria del ristorante (“ crede di essere una diva ”) e raccontava di aver trovato un servizio piuttosto scadente. Dieci mesi dopo la pubblicazione del post Caroline Doudet è stata citata in giudizio dalla proprietaria del ristorante. 

Guarda anche:

L’Italia sui giornali del mondo: 18 e 19 dicembre 2025

I media internazionali del 18-19 dicembre 2025 hanno concentrato l'attenzione sull'Italia principalmente per il suo ruolo nel vertice UE di Bruxelles, dove il Premier Meloni ha negoziato sia il...
accordo

Appalti sotto la lente per la sede del Governo italiano

Un articolo di stampa individua affidamenti diretti da Palazzo Chigi a soggetti implicati con l'ultradestra Trentanovemilanovecentonovantanove euro. Non uno di più. È questa la cifra che concentra,...

Sette italiani su dieci bocciati in grammatica

Secondo la ricerca condotta su 1.600 partecipanti, tra gli errori più comuni ci sono “pultroppo”, “c'è ne”, "ke fai?”. Un recente studio condotto da Libreriamo, media digitale dedicato ai...