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17 Dicembre 2007 | Innovazione

Calabrò chiede mercato della banda larga più forte

“Noi non vogliamo una Telecom più debole, vogliamo un mercato più forte, vogliamo che il nostro paese tenga il passo con l’Europa nella diffusione della larga banda ad alta velocità”. Così il presidente dell’Autorità per le Tlc, Corrado Calabrò, ha spiegato i motivi che, secondo il garante, dovrebbero portare alla separazione funzionale della rete Telecom.  Gli strumenti che l’Autorità ha finora utilizzato, ha detto Calabrò parlando alla V tavola rotonda con l’Autorità, organizzata da Business International, “hanno funzionato bene, tanto che sono serviti a far raggiungere circa quattro milioni di utenti direttamente dagli operatori alternativi. Tuttavia, le circostanze particolari in cui ci troviamo appaiono giustificare un ulteriore passo in avanti verso la separazione (funzionale) della rete di accesso”. Questo strumento, ha concluso Calabrò, “sembra quello più adatto ad assicurare il salto concorrenziale”. Calabrò, che si è detto soddisfatto del livello di concorrenza raggiunto dal mercato della telefonia mobile, che “sembra andare nel verso giusto”, ha sottolineato che “nel mercato fisso la situazione non è altrettanto convincente”.  In particolare, ha detto fornendo alcune cifre del settore, “Telecom Italia è dominante in tutti i mercati, detenendo ancora il 90% circa dell’accesso e il 65% della larga banda”, mentre in Europa il potere di mercato degli ex monopolisti è mediamente molto meno pronunciato: ad esempio nella banda larga hanno il 45% e non il 65% “é venti punti percentuali in meno non sono affatto pochi, anche perché noi siamo ancora al di sopra del 50%.  Tra l’altro, ha continuato Calabrò, “sul fronte dell’innovazione, l’Italia sta segnando il passo: la diffusione dei servizi a larga banda (da noi pari al 16%) è infatti ben al di sotto della media europea (22%), per non parlare degli investimenti nelle reti di nuova generazione”. Per questo, oltre all’impegno sulla separazione della rete Telecom, Calabrò richiama l’attenzione sulla necessità di nuovi investimenti e ha assicurato che “l’Autorità ha tenuto e terrà conto di una giusta remunerazione di questi, con particolare riguardo per le reti di nuova generazione e per gli operatori neo-entranti”.

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