La 64esima edizione del Festival del cinema di Cannes è quasi a metà strada e, come previsto, sta dando buone soddisfazioni a critici, appassionati e semplici curiosi della settima arte. I primi cinque giorni della manifestazione hanno proposto un programma decisamente eterogeneo per stili, generi, tematiche. Tra le opere più intriganti viste sinora sulla Croisette c’è sicuramente The Artist , esperimento cinematografico di grande intensità, aggiunto all’ultimo momento alla lsta di film in concorso. Una pellicola che racconta la gloria e la discesa nell’oblio della Hollywood degli anni ‘20, quella del cinema muto. E, in effetti, l’opera del regista Michel Hazanavicius è muta e in bianco e nero, con dialoghi da leggere in appositi riquadri. Applausi in sala, subito dopo la proiezione, a dimostrazione del gradimento degli spettatori. Ottimi riscontri anche per Habemus Papam di Nanni Moretti , che ha colpito la critica francese per la leggerezza in regia e per la grande interpretazione di Michel Piccoli nell’insolito ruolo di Pontefice. Tra i lungometraggi fuori concorso, non hanno deluso, per motivi diversi, il nuovo episodio dei Pirati dei Caraibi , blockbuster solido e divertente, con Johnny Depp ancora nei panni di Jack Sparrow, e Restless , dramma adolescenziale diretto da Gus Van Sant, che ha commosso la platea e aperto con classe la sezione An certain regard . E’ giusto chiudere, però, con il film che ha dato il via a questo festival di Cannes: Midnight in Paris , al di là del cameo di Carla Bruni tanto atteso dai francesi, ha restituito al pubblico un Woody Allen in ottima forma. Niente di nuovo, ma dopo alcune prove vacillanti è bello ritornare a sorridere con il regista di Brooklyn.
Cannes 64 tra sorprese e conferme

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