Il Festival del cinema di Cannes, nel fine settimana, ha visto sfilare in sale e in passerella due dei registi più attesi della sua 63esima edizione , Woody Allen e Mike Leigh. L’autore statunitense è stato il mattatore di questi primi giorni di rassegna , calcando la Croisette con Naomi Watts e Lucy Punch, protagoniste del suo ultimo film, You will meet a tall dark stranger , e dissertando di politica come di settima arte. “ Sono entusiasta di Obama, lo trovo geniale” , ha detto Allen ai giornalisti, giocando poi la carta del paradosso: “ sarebbe bene se potesse fare il dittatore per alcuni anni, così potrebbe fare in poco tempo un mucchio di cose buone” Addetti ai lavori e pubblico hanno riservato all’opera del cineasta newyorkese una calorosa accoglienza, applaudendo per lunghi minuti le storie di relazioni improbabili e scombinate raccontate d a You will meet a tall dark stranger , in cui il protagonista principale è un uomo maturo alle prese con il panico della tarda età e le disillusioni conseguenti. “Resto della mia idea – ha scherzato Allen facendo il verso a un suo vecchio aforisma -, sono fortemente contrario alla morte. Non ci sono vantaggi a diventare vecchi, puoi solo peggiorare la digestione e avere apparecchi acustici” Meno folgorante ma comunque importante la presenza di Mike Leigh, che ha animato il festival con Another Year , racconto – frazionato secondo il punto di vista di più personaggi – di un anno come tanti. Scampoli di normalità e vita (amara e sorridente, in bilico tra abitudine e imprevisti) che l’autore britannico racconta al solito con umorismo brillante e stile leggero, senza scordarsi dei toni malinconici e dell’ombra di solitudine che aleggia anche sulle storie più serene.
Cannes abbraccia Allen e Leigh

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