La nostra vita piace, e molto, al pubblico del Festival del cinema di Cannes. Il film di Daniele Lucchetti, unica opera italiana in concorso, ha strappato un lungo applauso al termine della proiezione, con i presenti in sala che hanno calorosamente omaggiato cast e regista. Luchetti spiega il film come un approfondimento sull’Italia contemporanea che, però, si appella alla sospensione del giudizio: “ Non volevo criticare l’Italia, casomai solo raccontarla” , spiega, argomentando la scelta di mostrare il nostro paese attraverso personaggi e storie popolari, alla deriva senza sussulti né strepiti. “Sono partito da un documentario che avevo fatto a Ostia sull’assegnazione delle case popolari – prosegue Luchetti -. Sono stato un po’ con questa gente e ho scoperto che quello che si vedeva nei film italiani di un tempo ora vive li. La vita è la stessa. Solo che la piazza è diventata il centro commerciale, dove, nonostante si sia poveri, c’è l’idea di poter acquistare tutte le cose” Palazzinari, criminali di piccolo cabotaggio, padri incapaci di trasmettere volontà e propsettive percorribili ai figli. Luca Zingaretti ed Elio germano, oltre a Raoul Bova, sono i protagonisti del lungometraggio, che in Italia è visibile a partire da questo fine settimana, e che ora aspira a un riconoscimento ufficiale alla 63esima edizione del Festival sulla Costa Azzurra.
Cannes applaude Luchetti

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