L’isola è una meta turistica tra le più scelte in Italia. Tornano gli stranieri e in particolare gli americani. Il mese di giugno registra il tutto esaurito. Un segnale per l’estate che verrà.
Capri è una destinazione particolare che comprende lusso, natura aspra, mille profumi, storia e arte. Una meta che si presta bene per una analisi perché coglie i primi bagliori del ritorno di un turismo internazionale di massa dopo l’emergenza sanitaria.
In Italia le previsioni del turismo per tutto il 2022 indicano più di 92 milioni arrivi e quasi 343 milioni presenze tra italiani e stranieri, con una crescita rispettivamente pari al 43% e al 35% rispetto al 2021. L’indagine è stata presentata da Demoskopika in occasione della recente Borsa internazionale del turismo a Milano. Nove italiani su dieci prevedono una vacanza nel proprio paese preferibilmente al mare, scelto dal 57% degli italiani. In sintesi il trand è turismo di prossimità e turismo a contatto con la natura.
Una prima impressione della ripresa della nuova stagione la si può cercare nei numeri di Capri. L’isola celebre per i panorami mozzafiato è scelta da un turismo di livello medio alto, in buona parte proveniente dall’estero. Capri è anche il regno degli imperatori, del jet set, degli scrittori, dei letterati e degli industriali. Per la prima settimana di giugno l’isola registra un tutto esaurito che dà il via a una stagione con molte aspettative dopo i blocchi causati dalla pandemia, durante i quali l’accesso all’isola era vietato. Ma finalmente Capri ritorna ad accogliere tanti stranieri.
Attesi americani, brasiliani, argentini, europei. Sono numerosi anche gli italiani e gli stessi campani, la regione in cui è collocata l’isola. A raccontarlo è Gregorio, che insieme al figlio Luigi, gestisce un ristorante giù a Marina Piccola. La splendida baia con vista sui Faraglioni, riparata dal vento e con l’esposizione al Sud che assicura sempre qualche grado in più rispetto al resto dell’isola. Per questo qui è possibile fare un tuffo anche in pieno inverno, ci dicono Gregorio e Luigi, quando non mancano gli isolani e molti campani clienti abituali che amano lo “Scoglio delle Sirene”.
Il tour verso Capri parte dal porto di Napoli. In meno di un’ora si giunge a Marina Grande. Una volta sull’isola, in tanti trascorrono il resto della giornata in fila per la funicolare, per gli autobus, per i taxi o per le barche. Ma la soluzione ideale e low cost per visitarla è la moto. I più fortunati si affidano ad Antonio, che 35 anni fa ha portato il servizio sull’isola per consentire ai turisti di godere appieno dell’aspro paesaggio caprese. Con la moglie Nunzia, i figli Ciro e Lello, offre non solo un agevole servizio di mobilità ma anche preziose informazioni turistiche. Antonio con l’aiuto di una mappa calcola orari, suggerisce soste e indica angoli esclusivi per un percorso davvero singolare.
Così inizia il tour in sella a una moto, muniti solo di casco, mappa e fantasia per vivere il sogno di Capri e del suo mare color lapislazzulo. L’isola ha attratto per secoli ricchi, famosi e potenti, a partire dall’imperatore romano Tiberio, che circa 2000 anni fa vi costruì 12 ville. I reperti si trovano sparsi per tutta Capri, ma sono solo 3 le ville che hanno conservato la struttura originale ancora visibile: Villa Damecuta, Palazzo a Mare e Villa Jovis, Nell’ala est di quest’ultima, il 15 dicembre 1827 fu ritrovato un rilievo di età tiberiana con scena campestre a tema dionisiaco, databile tra il 14 e il 17 dopo Cristo. Il bassorilievo, conservato al Mann (Museo Archeologico Nazionale di Napoli), dal 24 maggio tornerà a Capri, quasi due secoli dopo, a raccontare la vita sull’isola in età tiberiana. Lo si potrà ammirare, per un anno, all’interno della loggia delle sculture di Villa San Michele, uno tra i musei più visitati della Campania, approfondendo il legame viscerale dell’isola con l’antica Roma. Villa San Michele è l’ex dimora del medico e scrittore Axel Munthe, compagno della regina Vittoria di Svezia, che alla fine del XIX secolo costruì a Capri una casa per le vacanze per realizzare il suo sogno mediterraneo.
Oltre alle lussuose ville e dimore di epoca tiberiana, dove il connubio vincente tra storia e natura toglie il fiato, impossibile non spingersi fino al belvedere che si affaccia sui Faraglioni per sfiorare – quasi con mano – i simboli dell’isola di Capri. Ci si arriva dopo una breve passeggiata che parte dalla famosa piazzetta Umberto I, superando le boutique firmate di via Camerelle e continuando lungo un viale alberato dove un tempo sorgevano le case costruite dai forestieri venuti, da oltre oceano o dal nord Europa, a svernare qui tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del nuovo secolo. Perché a Capri c’è un’aria speciale, che giova agli scrittori, ha detto tempo fa Alain Elkann in un’intervista. Un luogo d’ispirazione per schiere di artisti: pittori, cineasti, fotografi, anche se, in fondo, dovrebbe restare «un luogo dove si continuano a scrivere libri». Perché Capri, soprattutto d’inverno, è bella e insopportabile. Spoglia della folla di turisti si mostra in tutta la sua straordinaria meraviglia. Un po’ come è accaduto con la pandemia, che ha visto il risveglio della natura, della sua fauna e della sua flora. Insopportabile perché rischia di entrare nel cuore e di non andare più via, stregando come ha fatto con artisti, letterati e imperatori. Capri offre diversi spunti per vivere a stretto contatto con la natura e toccare con mano la storia e le tradizioni che l’hanno trasformata nell’isola del mito.
Giunti nell’incantevole piazzetta Tragara, ogni anno scenario – nella stagione estiva – del festival letterario internazionale “Le Conversazioni” ideato e diretto da Antonio Monda e Davide Azzolini (tema edizione 2022 Il Tradimento), godiamo la meraviglia dei Faraglioni. La piazzetta è dominata da un’esclusiva dimora a picco sul mare “Punta Tragara” progettata da Le Corbusier, che la immaginò come un luogo magico dove “si mettono al riparo il corpo, il cuore e il pensiero”, rende questo un angolo incantato dell’isola, dove il brusio della Piazzetta cede il passo alla natura. Progettata nel 1920 per l’ingegnere lombardo Emilio Errico Vismara è un’icona modernista sullo spettacolare promontorio di Punta Tragara. Durante la Seconda guerra mondiale la dimora entra nella storia: diventa sede distaccata del comando americano e ospita personalità quali il Generale Dwight D. Eisenhower e Sir Winston Churchill. Nel 1968 il Conte Goffredo Manfredi la sceglie come sua residenza caprese: sono gli anni della Dolce Vita che, tra lusso e gioia di vivere, affascina il jet set internazionale. Il Conte Manfredi è così colpito dalla bellezza di questi luoghi che decide di aprirli a pochi, fortunati ospiti. Nel 1973 trasforma la villa nel Punta Tragara Hotel.
Un’altra imperdibile tappa è la deliziosa Anacapri. Raggiungibile in soli dieci minuti in sella alla moto o a piedi inerpicandosi da Marina Grande lungo la storica Scala Fenicia, 921 scalini, con una lunghezza totale di 1,7 km, per molti secoli unica via di accesso ad Anacapri. In piazza Vittoria non può mancare una sosta a pranzo o a cena dal coraggioso e lungimirante Mario che da Miami in piena pandemia decide di trasferirsi e investire nella ristorazione ad Anacapri. Lui ci racconta che non è stato facile iniziare un’attività quando il mondo è chiuso. Ma Anacapri ha retto bene e così adesso aspetta la grande onda di ritorno. Con il suo sorriso è il primo che si incontra inoltrandosi lungo via Giuseppe Orlandi, la stradina principale costellata di botteghe, tra capi di lino, ceramiche fatte a mano, vetrine rivestite di limoncello, e le boutique artigianali che vendono sandali e profumi. Qui abbiamo incontrato anche Nunzio, storico ceramista, e Antonino, giovane artigiano calzolaio. Entrambi hanno ricordato i sacrifici e le ristrettezze vissute nel 2020, la lenta ripresa del 2021, e adesso fiduciosi e ottimisti si preparano al boom previsto per l’estate ormai alle porte.
Continuiamo il tour seguendo la mappa ricevuta in dote da Antonio al momento del noleggio moto e sappiamo di doverci smarrire tra cielo e mare. Prima in seggiovia salendo verso Monte Solaro. Quindici minuti con i piedi a penzoloni tra il bianco e l’azzurro di Capri. Inebriati dai profumi che la vegetazione del Monte sprigiona, si arriva a circa 600 mt sul livello del mare dove lo sguardo non ha confini e puoi davvero “acchiappare le nuvole”. Dopo aver acciuffato il cielo con un dito, scendendo verso il mare ci si perde in un altro intenso azzurro. Anacapri è bandiera blu 2022 con il Faro di Punta Carena e Gradola, sull’altro versante anacaprese sopra la Grotta Azzurra. Autentica meraviglia della natura da visitare almeno una volta nella vita. Una delle bellezze d’Italia più conosciute e amate in tutto il mondo.
Infine da non perdere ad Anacapri un unicum al mondo: la Chiesa di San Michele Arcangelo. Visibilmente barocca, venne eretta tra il 1698 e il 1719. Ciò che della chiesa lascia senza fiato i visitatori è il pavimento maiolicato raffigurante la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso ad opera del maestro “riggiolaro” Leonardo Chianese, mentre il disegno fu creato dal pittore italiano Francesco Solimena. Proprio perché il pavimento è un’opera d’arte unica nel suo genere, non può essere calpestato ma deve essere ammirato percorrendo le passarelle laterali che lo recintano. Inoltre salendo una stretta scala a chiocciola situata all’ingresso è possibile ammirare il pavimento maiolicato dall’alto e nel suo complesso. Il dipinto è carico di elementi di conseguenza occorre tempo e tranquillità per poterli ammirare tutti, dalla flora e la fauna che fanno da sfondo alla descrizione del paradiso terrestre al serpente, che incarna il diavolo, attorcigliato all’albero della conoscenza del Bene del Male. Questa l’immagine che Capri lascia a chi la visita, un paradiso terreste sospeso tra cielo e mare…tra bene e male appunto.
di Luisa D’Elia