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31 Maggio 2025 | Attualità

Carne coltivata: nonostante i divieti di legge un italiano su due è pronto a provarla

Quasi la metà degli italiani si dice disposta a provare la carne coltivata, ma solo una minoranza si considera realmente informata su questa nuova frontiera alimentare. È quanto emerge da una recente indagine di Altroconsumo, che fotografa opinioni, dubbi e aspettative dei cittadini italiani su una delle alternative più discusse alla carne tradizionale, anche e soprattutto a livello politico e legislativo.

Oggi in Italia è in vigore una norma che vieta produzione, vendita e importazione di carne coltivata, con l’obiettivo di tutelare la tradizione agroalimentare nazionale. Se però la carne coltivata venisse autorizzata dall’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) a livello UE l’Italia non potrebbe impedirne la commercializzazione. Attualmente quindi la legge italiana ha più un valore simbolico e politico, ma la sua applicazione effettiva dipenderà dalle decisioni e dalle autorizzazioni europee.

Italiani curiosi di provarla ma poco informati

Il 47% degli italiani intervistati si dichiara pronto a sperimentare la carne coltivata, mentre oltre il 70% afferma di averne già sentito parlare. Tuttavia, solo il 23% si considera davvero informato sull’argomento, segno che la conoscenza approfondita su processi, benefici e rischi di questo prodotto è ancora limitata.

Il dibattito sulla carne coltivata ruota fortemente attorno alla sostenibilità. La produzione alimentare è responsabile fino al 30% delle emissioni globali di gas serra e consuma il 70% dell’acqua dolce mondiale. Basti pensare che produrre 100 grammi di proteine da carne bovina genera 75 volte più CO2 rispetto alla stessa quantità di proteine ottenute dai piselli. Nonostante ciò, il consumo di carne in Europa è in aumento, anche per la difficoltà di trovare alternative appetibili e convenienti.

Le alternative proteiche – dai prodotti vegetali a quelli a base di alghe o insetti, fino alla carne coltivata e alle proteine ottenute tramite fermentazione di precisione – stanno crescendo, ma il 40% degli intervistati non ha mai provato queste opzioni. Inoltre, il 44% preferirebbe ridurre il consumo di carne piuttosto che sostituirla con altre fonti proteiche, considerate troppo costose dal 49% degli intervistati.

Un italiano su due ha già ridotto il consumo di carne

Il 56% degli italiani dichiara di aver già ridotto il consumo di carne negli ultimi cinque anni o di avere intenzione di farlo, mentre il 12% prevede una riduzione futura. Tuttavia, quasi un terzo degli intervistati ritiene di consumarne già poca, e il 28% pensa che un cambiamento individuale non avrebbe effetti concreti sull’ambiente.

La salute resta il criterio principale nella scelta di nuovi alimenti. Il 46% degli intervistati non si fida della carne coltivata e il 50% teme possibili rischi per la salute nel lungo periodo. Tuttavia, il 34% sarebbe disposto a introdurla nella dieta se fossero dimostrati benefici per la salute, e quasi un terzo degli scettici cambierebbe idea in presenza di vantaggi concreti.

Prezzo, gusto e trasparenza influenzano la scelta

Il prezzo gioca un ruolo decisivo: quasi la metà degli intervistati si aspetta che la carne coltivata costi meno di quella convenzionale, mentre il 31% la includerebbe nella dieta solo se il prezzo fosse competitivo. Il 54% ritiene che il successo dipenderà dalla sua accessibilità economica.

Altri fattori chiave sono il gusto e la consistenza, che dovranno essere paragonabili a quelli della carne tradizionale. Sul piano nutrizionale, i consumatori chiedono un apporto simile a quello della carne convenzionale, ricca di ferro, vitamina B12, Omega-3 e altri nutrienti essenziali. La trasparenza sulla composizione è considerata imprescindibile.

 

di Serena Campione

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