Cresce la mobilitazione contro il bavaglio al web italiano, con la protesta che parte dalla rete per arrivare poi nelle strade . Tutto contro la delibera dell’Agcom per tutelare il diritto d’autore: la norma non deve però trasformarsi in una censura della rete. Dagli appelli alle raccolte di firme, dai sit-in fino a una Notte bianca. Dai piccoli gruppi online fino all’impegno dei partiti. E i rischi per la qualità del discorso pubblico sono notevoli: basteranno spezzoni di musiche o filmati protetti da copyright per bloccare un sito internet. Tra le tante prese di posizione, quella del Partito Democratico . Per Roberto Cuillo, responsabile web dei democratici, “la delibera dell’Agcom è un provvedimento che va nella direzione di difendere gli interessi della televisione e inibire l’attività spontanea e individuale della rete” . Una sorta di vendetta consumata “ dal governo sui risultati elettorali: il copyright va difeso, ma non c’è diritto d’autore senza libertà” . E per Antonio Di Pietro, il cui partito ha presentato un’ interrogazione parlamentare sul tema, “si tratta di un’importante iniziativa contro la censura della Rete. Le battaglie vinte in questi mesi lo hanno dimostrato: in Italia la Rete libera è uno dei pochi spazi informativi rimasti al di fuori dei poteri forti e dove la partecipazione democratica è ancora possibile” In rete la circolazione di documenti e informazioni per documentare i danni che provocherebbe il provvedimento dell’Agcom è incessante. Uno dei siti di riferimento è quello di Guido Scorza, avvocato, esperto di diritti della rete. Dalle pagine del suo blog è possibile leggere le dieci domande rivolte all’Agcom . Tra le questioni sollevate: costi economici, conflitti di competenza, indicazione precisa dei contenuti soggetti a rimozione. Altro centro delle proteste il blog di Luca Nicotra. Che scrive: “Agcom deve porre in moratoria la regolamentazione o metterà a rischio non solo la libertà di espressione, informazione e accesso alla conocenza, ma lo stesso funzionamento democratico delle istituzioni” Si pensa anche a una Notte contro la censura , il 5 luglio, giorno prima dell’entrata in vigore della delibera. Una notte della rete, per la quale si sono dati appuntamento politici, giornalisti e blogger, pronti a contestare “la censura dell’Agcom con la propria voce, dopo averlo fatto con la voce dei propri pensieri liberamente espressi sul web” . E su www.avaaz.org, oltre 130.000 cittadini hanno espresso il loro dissenso inviando una mail al presidente dell’Agcom . Sul versante Agcom, il presidente Calabrò preferisce non fare altre dichiarazioni prima del 6 luglio. Ma ha già ribadito in un intervento sulla Stampa dello scorso 30 giugno che le opinioni espresse dalla rete vengono tenute in grande considerazione: “Abbiamo preso buona nota – scriveva Calabrò – delle osservazioni esposte, che saranno tenute nel debito conto così come altre che sono pervenute e perverranno”.
Censura Agcom: scattano le proteste

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