Internet in Cina non è poi così censurato come si pensa in Occidente, e la maggior parte delle restrizioni provengono dai siti stessi che si autocensurano, ha affermato Rebecca MacKinnon dell’università di Hong Kong. Sebbene MacKinnon riconosca che il governo cinese abbia represso con la forza alcune espressioni di dissenso sulla rete, sostiene che il fenomeno deve essere osservato da un punto di vista più ampio. “C’è una grossa contraddizione di fondo che rende difficile spiegare agli occidentali quale sia il rapporto tra la Cina e il Web. Da una parte ci sono i tentativi di controllo e le limitazioni di accesso”, ha spiegato MacKinnon, “ma dall’altra è innegabile che il tempo dedicato alla discussione e alla conversazione sul web è cresciuto enormemente nel paese”. La censura della rete viene applicata in maniera sottile, mirata ai gruppi dissidenti, e grazie a questo sofisticato sistema Pechino è riuscita finora ad evitare rivoluzioni come quella in Ucraina. Il controllo viene effettuato in gran parte convincendo i gestori dei 30 milioni di siti e blog a praticare l’autocensura, che bloccano i contenuti scomodi ancor prima dell’intervento del governo.
Cina: la rete internet non è così censurata come si pensa in Occidente

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