Censura e denaro. In Cina i mass media sono fortemente influenzati da questi due fattori, scrive in prima pagina il New York Times , che spiega i meccanismi dietro alle spese per la copertura di certe notizie sui principali organi di informazione cinesi . La televisione e la stampa sono “ più che disponibili ” a divulgare notizie “ addomesticate ” su aziende o manager occidentali e asiatici “ se il prezzo è adeguato ”: 20mila dollari a pagina per un profilo di un amministratore delegato sulla versione cinese dell’Esquire, secondo il dipartimento pubblicitario della rivista che vanta un accordo con la Hearst Corporation negli Stati Uniti. Qualche minuto di notorietà per un top manager nel programma news della televisione di stato cinese costa 4mila dollari al minuto , secondo un consulente che si occupa di questo settore. Un articolo lusinghiero su una determinata azienda sul Quotidiano dei Lavoratori , il foglio del partito comunista cinese, costa all’incirca 1 dollaro a carattere cinese, spiega l’agente pubblicitario del quotidiano. Nonostante la legge e i codici vietino la diffusione di materiale propagandistico non evidenziato come tale, la pratica “ è così diffusa ”, scrive ancora il Nyt , che alcune riviste e reti televisive dispongono persino di tabelle stampate con i prezzi delle “notizie in vendita ”
Cina, le notizie sono in vendita

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