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16 Aprile 2008 | Attualità

Commissario Ue: ora Mediaset lasci le frequenze a Europa 7

A poche ore dalla vittoria elettorale, Berlusconi si trova davanti al problema più imponente della sua storia sul conflitto di interessi. Il commissario europeo alla concorrenza, Neelie Kroes ha ribadito poco fa che il consiglio di Stato italiano deve applicare la sentenza della Corte di giustizia europea che ha disposto l’assegnazione delle frequenze utilizzate da Retequattro all’emittente Europa 7. L’udienza del Consiglio di Stato è prevista per il 6 maggio. Il diritto comunitario è chiaro nel definire illegittima la posizione della rete Mediaset. Europa 7 ha chiesto un risarcimento multimilionario per il danno subito. Kroes ha risposto a una interpellanza scritta posta da tre parlamentari italiani sostenendo che nell’udienza sul caso Europa 7 il Consiglio di Stato  “dovra’ applicare l’interpretazione del diritto comunitario fornita dalla Corte di giustizia sui fatti della controversia in questione che riguarda una richiesta di risarcimento del danno che la Centro Europa 7 sostiene di aver sofferto per il fatto che non le sono state assegnate, dai convenuti nella causa principale, le radiofrequenze terrestri in tecnica analogica necessarie per svolgere l’ attivita’ di diffusione di programmi radiotelevisivi”. La Kroes non scherza. E’ lei ad avere intrapreso l’azione contro Microsoft costringendo il gigante dell’informatica a rivedere le sue politiche commerciali e di dotazioni multimediali, portando a sanzioni di circa 2 miliardi di euro. E’ una vera e propria paladina della concorrenza che si è dimostrata un panzer contro chi viola le regole comunitarie. Sulla vicenda Microsoft lo scorso febbraio ebbe a dire”: Non vogliamo solo belle parole, ma il rispetto delle regole”. Il 31 gennaio scorso la Corte di giustizia europea aveva definito “contrarie al diritto comunitario” le leggi italiane che consentono a Retequattro di utilizzare le frequenze destinate a Europa 7 e assegnate nel 1999. Per i giudici di Lussemburgo le norme italiane in materia non rispettano “il principio di libera prestazione di servizi e non seguono criteri di selezione obiettivi e trasparenti”. Nella stessa risposta Kroes ha ricordato che la Commissione a luglio del 2006 ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia per le normative sul passaggio alla tv digitale, arrivando a inviare a Roma un “parere motivato” a luglio del 2007. Ora, ha ricordato il commissario europeo, “la Commissione ha gia’ intrapreso un’azione per porre termine alle violazioni e controllerà che la decisione della Corte di giustizia sia pienamente applicata dall’Italia”. La situazione per Berlusconi e Retequattro non è mai apparsa così difficile. Fino ad oggi, dai tempi di Craxi in avanti, la politica ha supplito alla confusione legislativa non casuale consentendo una situazione di monopolio televisivo senza uguali nel panorama mondiale. Il ritorno di Berlusconi al governo in questo istante non semplifica certo la questione a nessuno, tanto meno allo stesso Berlusconi che tra pochi giorni si troverà davanti a una decisione del Consiglio di Stato che qualunque sia gli creerà problemi, a meno di una settimana dall’insediamento a Palazzo Chigi. Difficile pensare che il primo consiglio dei Ministri oltre a togliere l’Ici inventi un decreto per Retequattro, anche perché il monito comunitario suona forte e chiaro sull’anomalia italiana. Fatto curioso che in Italia se ne parli davvero poco. Eppure il procedimento comunitario non lascia molto spazio alla fantasia legislativa. A meno che non si presuma che a Retequattro e allo Stato, cioè a noi, convenga pagare e rispondere in modo passivo alle procedure di infrazione tanto per tirare avanti qualche anno. Neelie Kroe ha tra l’altro sul tavolo un altro ricorso che riguarda la Tv del nostro Paese. Ha ricevuto il ricorso presentato da Sky Italia contro la legge Melandri-Gentiloni sui diritti televisivi sul calcio e lo sta ora valutando, per capire se effettivamente il provvedimento violi le regole comunitarie sulla libera concorrenza. “Lo stiamo esaminando” spiegano dagli uffici  dell’antitrust europeo senza sbilanciarsi per ora sugli eventuali sviluppi che – nel peggiore dei casi – potrebbero portare all’avvio di un’indagine o di una procedura di infrazione da parte della Commissione Ue. La legge denunciata da Sky risale al 2007 ed è quella che ha reintrodotto la contrattazione collettiva dei diritti Tv sul calcio. Il decreto attuativo e’ entrato in vigore lo scorso primo febbraio. In pratica, la novita’ delle nuove norme e’  la commercializzazione in forma centralizzata da parte della Lega Calcio di tutti i diritti di trasmissione dei campionati e dei tornei professionistici. Ai club calcistici – che fino a quel momento avevano la titolarita’ esclusiva della commercializzazione degli incontri casalinghi – ora restano solo il diritto di archivio e i diritti della sintesi, della replica e delle immagini salienti degli incontri sui canali tematici come Inter Channel o Roma Channel. Secondo Sky – come e’ spiegato nel ricorso presentato all’esecutivo europeo – tali norme danneggiano dunque la concorrenza sia tra le emittenti televisive, sia tra i club calcistici.

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