I grissini prendono il nome dalla ghërsa, il caratteristico pane piemontese, dalla forma allungata.
Nascono 345 anni fa, dalla creatività del panificatore di Casa Savoia a Torino, quando il fornaio di corte Antonio Brunero, sotto le indicazioni del medico lanzese Teobaldo Pecchio, inventò questo alimento per poter nutrire il futuro re Vittorio Amedeo II, di salute cagionevole e incapace di digerire la mollica del pane.
Da Torino i grissini cominciarono a diffondersi nel resto d’Italia, anche grazie al fatto che si conservavano più a lungo del pane, diventando uno dei primi snack consumati per intrattenersi, anche durante le rappresentazioni teatrali; si racconta che lo stesso Re Carlo Felice li sgranocchiasse in palco al Teatro Regio.
Ma la loro storia potrebbe essere ancora più lunga, se è vero che in un affresco del battistero del duomo di Chieri, sempre in provincia di Torino, un personaggio par mangiare un antenato del grissino piemontese…
Oggi in Italia se ne producono circa 35mila tonnellate in media l’anno (Dati AIBI,Associazione Italiana Bakery Ingredients) e rappresentano il 6,4% dei ricavi dell’industria della panificazione, collocandosi al quarto posto dopo pane, pizza e dolci da ricorrenza.