Oggi alle 14 maggioranza e opposizione torneranno a confrontarsi in piazza San Macuto sul presidente della Commissione di Vigilanza Rai. All’ordine del giorno l’elezione del presidente, dei vicepresidenti e dei segretari, visto che a qualche mese dall’insediamento del nuovo Parlamento, la Commissione non vi ha ancora provveduto. Il Pd candida il portavoce dell’Italia dei valori Leoluca Orlando , mentre il suo partito si rivolge al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per essere tutelato in tutta questa vicenda. La maggioranza non ne vuole sapere di dare il voto a Orlando, ex sindaco di Parlermo, a causa delle posizioni intransigenti dell’Idv sulla riforma della giustizia e sui temi istituzionali e preme perché si scelga un altro candidato . Il sottosegretario alle comunicazioni Paolo Romani parlerà di un possibile accordo per una riforma della governance Rai con la figura, cara all’opposizione, di un amministratore delegato forte, e chiederà di sveltire la procedura per le nomine di Vigilanza e vertice Rai per sbloccare la situazione. C’é chi, come il portavoce di Forza Italia, Daniele Capezzone, sostiene che “Orlando alla Vigilanza sarebbe come mettere Travaglio al Tg1”. L’opposizione, cui spetta il compito di indicare il nome del candidato, resta ferma sulla posizione che aveva prima dell’estate ribadendo la sua fermezza al termine di una riunione dedicata al tema. Lo stesso Orlando aveva detto in mattinata: “Veltroni e Casini mi hanno confermato che la loro scelta sul mio nome in Vigilanza non è negoziabile. Ormai sono diventato il testimonial di un principio costituzionale e cioé che la scelta delle commissioni di garanzia spetta alle opposizioni. Io ho idee e opinioni che sono quelle del mio partito, ma so che cosa comporta il ruolo di presidente di garanzia e se fossi eletto presidente, mi farei carico del dissenso dell’attuale maggioranza”. Per eleggere il presidente serve prima di tutto che la maggioranza partecipi alla riunione rendendola valida (cosa che fino ad oggi ha evitato di fare), e poi nelle votazioni successive (dalla seconda basta la maggioranza semplice, dalla terza le preferenze) non esprima un candidato diverso da quello indicato dal Pd. Il Pd, al termine di una riunione di partito, ha ribadito di essere compatto anche se i rapporti tra Pd e Idv sono tutt’altro che idilliaci. Il segretario del Pd Walter Veltroni , prima di partire per New York, dove presenterà la versione inglese del suo libro La scoperta dell’alba , ha lasciato indicazioni chiare: ” Non ci spostiamo da Orlando e se forzano eleggendo uno dei nostri, quest’ultimo si dimette”. ” La maggioranza – spiega Paolo Gentiloni – ci ha fatto sapere ancora che non vota Orlando ma è difficile, vista anche la pressione dei presidenti delle Camere perché si arrivi all’elezione ed il fatto che noi siamo inamovibili a cambiare candidato, che possano andare avanti per molto”. La maggioranza potrebbe cercare di dare una svolta alla situazione, puntando sull’esponente dell’Udc in Vigilanza Giampiero D’Alia ma non tutti forse sarebbero d’accordo. Così però il partito di Casini perderebbe l’eventuale posto nel futuro Consiglio di amministrazione della Rai quindi è difficile che possa accettare la presidenza della Vigilanza imposta dalla maggioranza. Alla fine potrebbe prevalere proprio il nome di Orlando, cosa che sbloccherebbe la situazione portando ad una accellerazione nella nomina del nuovo vertice Rai. Al momento, dopo la dichiarata incompatibilità di Gennaro Malgieri – deputato Pdl – con il Cda Rai, l’attuale maggioranza non è più tale in consiglio e sarebbe più difficile far sentire la propria voce in quelle nomine (come quella del direttore di Raiuno) a cui il Cda, come ha annunciato il presidente Claudio Petruccioli, potrebbe applicarsi in caso la politica vada troppo per le lunghe. Il portavoce di Articolo 21 Giuseppe Giulietti risponde quindi alla proposta di Romani: “Per questa ragione è assolutamente necessario che si arrivi rapidamente alla nomina del presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza consentendo finalmente la nomina di Leoluca Orlando e sogomberando il campo da veti e da pregiudiziali che non potrebbero che impedire qualsiasi positivo confronto, in materia di futuri assetti della Rai e non solo”.
Continua lo scontro sulla Vigilanza Rai. Orlando ancora in dubbio

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