Il presidente della Fieg, Federazione italiana editori giornali, Boris Biancheri, sulla nuova proposta di tregua lanciata dalla Fnsi per il rinnovo del contratto giornalistico ha le idee chiare: “Tregua sì, ma un accordo mi lascia dubbioso ” ha risposto in occasione di un convegno sullo scenario futuro dei media. “Se facciamo un accordo e poi non succede niente – ha detto Biancheri – si passa alla contrattazione di secondo livello che attualmente è bloccata. Se si passa alla contrattazione di secondo livello il contratto nazionale è morto e tutti i problemi si risolvono a livello aziendale. Questo decreterebbe la fine del contratto nazionale”. Per Biancheri serve “un momento di riflessione” che però non deve essere “formalizzato. Diamoci tempo per riflettere insieme e per individuare i rimedi. Tutti sono pronti a individuare i sintomi del male, ma cosa bisogna fare per curarlo è più difficile”. Il presidente della Fieg ha sottolineato “il disagio profondo della carta stampata, per non parlare di crisi. C’è un reale calo di vendite e i conti non vanno e la pubblicità va ad altri settori . Anche internet è molto minaccioso. È evidente che in queste condizioni anche le regole di fondo di come si gestisce un’azienda si debbano modificare. Il problema cruciale è quello della flessibilità e della mobilità. Ora tutti se ne stanno rendendo conto”. La posizione della Fieg non è “dogmatica”: negli Usa, spiega Biancheri, “l’occupazione giornalistica è diminuita del 20%, mentre da noi la carta stampata impiega il 65% dei giornalisti italiani. Allora dobbiamo chiederci che cosa succede se la carta stampata muore”.
Contratto giornalisti: Biancheri dubbioso su un accordo con la Fnsi

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