Situazione critica al Corriere della Sera . Le alte cariche di Rcs Mediagroup, ovvero l’amministratore delegato Pietro Scott Jovane e il primo azionista Fiat, hanno sostanzialmente sfiduciato Ferruccio De Bortoli, direttore del giornale. Una serie di incomprensioni hanno logorato il rapporto tra l’editore e il volto principe del quotidiano milanese , incrinatosi definitivamente in seguito al pasticcio dei bonus promessi ai manager del gruppo, che ha visto De Bortoli opporsi ai benefit (insieme ai giornalisti) e scontrarsi per questo frontalmente con i vertici Rcs. Il direttore ha sventanto lo sciopero della redazione, con la quale nelle ultime settimane non sono mancate frizioni , in seguito all’esordio del nuovo sito Corriere.it, poco apprezzato da redattori e pubblico, ma ora potrebbe essere costretto a lasciare il giornale. Il direttore ha detto di non avere alcuna intenzione di dimettersi, ma il cdr ha informato la redazione del Corsera di un possibile cambio di guardia nei proissimi giorni. Nella sede di via Solferino, da poco venduta al fondo immobiliare Blackstone, si respira un’aria pesante : oltre a De Bortoli, sulla graticola ci sono 15 firme della redazione digitale di Corriere.it (addette ai contenuti video), per cui si prospetta la cassaintegrazione e, in futuro, la dismissione, nonostante gli investimenti promessi nel piano industriale di un anno fa. Rcs Mediagruop naviga a vista, in preda a isterismi, senza un piano di sviluppo e un vero progetto editoriale. L’epitome di tutto ciò sono le crepe nelle fondamenta del Corriere della Sera , testata simbolo del gruppo e del giornalismo italiano.
Corsera, De Bortoli tra incudine e martello

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