L’Italia sarebbe la prima al mondo a ottenere il riconoscimento a patrimonio culturale immateriale dell’umanità per l’intera cucina nazionale
L’Unesco ha espresso il primo parere favorevole sulla candidatura della cucina italiana a patrimonio culturale immateriale dell’umanità. L’organo tecnico di esperti raccomanda l’iscrizione nella lista, aprendo la strada alla decisione finale del Comitato intergovernativo, che si riunirà a New Delhi dall’8 al 13 dicembre.
Se confermato, il riconoscimento renderebbe l’Italia la prima al mondo a ottenere il titolo per l’intera cucina nazionale, non solo per singole tecniche o rituali, come già avvenuto per Francia, Messico o Corea del Sud. Il dossier, curato dal giurista Pier Luigi Petrillo, evidenzia come la cucina italiana rappresenti un mosaico di tradizioni e saperi legati alla convivialità, all’accoglienza e alla trasmissione culturale tra generazioni.
La candidatura italiana è stata promossa da Fondazione Casa Artusi, Accademia Italiana di Cucina, Collegio Culinario e dalla rivista La Cucina Italiana, con il sostegno dei ministri dell’Agricoltura e della Cultura. Il percorso tecnico ha ora superato il primo scoglio, insieme ad altri dossier come lo yodel svizzero, il son cubano, gli origami giapponesi e il vino passito di Cipro.
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e il sottosegretario Patrizio La Pietra hanno sottolineato l’importanza della candidatura, invitando però alla cautela: la decisione definitiva spetta al Comitato politico di dicembre. L’Italia, con 20 riconoscimenti Unesco, è seconda al mondo per beni immateriali agroalimentari, dopo la Turchia. L’ingresso della cucina nella lista potrebbe inoltre favorire il turismo e le attività ricettive, come dimostrano esperienze in Langhe e Monferrato.

