La rassegna dura un mese e si svolge nel teatro coperto più antico del mondo, ultima opera progettata da Andrea Palladio
Non è da tutti organizzare o partecipare a una rassegna che si svolge in un luogo inserito dall’UNESCO tra i beni patrimonio mondiale dell’umanità. Però succede, come al Ciclo di Spettacoli Classici che, dal 20 settembre al 20 ottobre, si tiene all’interno del Teatro Olimpico di Vicenza, il teatro coperto più antico al mondo, capolavoro e ultima opera progettata da Andrea Palladio. L’evento è uno dei festival teatrali più prestigiosi e longevi d’Italia, con la direzione artistica di Ermanna Montanari e Marco Martinelli, coppia di arte e di vita, fondatori del Teatro delle Albe e di Ravenna Teatro.
Peraltro, l’edizione numero 77 consente di scoprire anche tanti altri luoghi preziosi di Vicenza, perché è pensata per essere diffusa e coinvolgere anche la Basilica Palladiana, il Teatro Astra e la Biblioteca Bertoliana, attraversando l’intera città e coinvolgendo i suoi abitanti. In piena sintonia con questa dimensione, il tema scelto per il biennio 2024-2025 è il coro.
Dicono gli organizzatori: “Nell’Atene del V secolo il coro era composto da migliaia di cittadini che non si limitavano a fare da “spettatori”, ma si ponevano quali interlocutori-artefici, misurandosi sulla scena insieme agli artisti dell’epoca, da Eschilo ad Aristofane. In questo senso il coro è sempre un gesto “politico”, oltre che poetico. Esso può assumere oggi le forme di una gioiosa “chiamata pubblica”, dove mescolare arte e vita, artisti e cittadini di varie generazioni per infuocarne lo sfuggente meccanismo prismatico”.
Proprio da questa lunga tradizione arriva Theodoros Terzopoulos, che presenta a Vicenza la sua Oresteia dopo la Prima Assoluta di luglio al Festival di Atene ed Epidauro. Ideatore di un metodo di lavoro insegnato in tutto il mondo, fondatore nel 1985 dell’Attis Theatre e alla guida da oltre trent’anni dell’International Committee of Theatre Olympics, Terzopoulos è maestro nell’interpretazione e nella messinscena del repertorio tragico classico. Dopo averne affrontato in passato i singoli capitoli, per la prima volta il regista greco si trova alle prese con l’intera trilogia di Eschilo, unica sopravvissuta per intero di tutto il teatro greco classico.
Grande attesa e grande curiosità c’è anche intorno al progetto di una delle figure più affascinati e provocatorie della musica italiana, il cantautore e scrittore Giovanni Lindo Ferretti che il 18 ottobre presenta al Teatro Olimpico in prima assoluta Moltitudine in cadenza, percuotendo.