John Sculley è stato per anni, tra il 1985 al 1993, amministratore delegato di Apple: ora il manager che riuscì a spodestare Steve Jobs sta valutando l’acquisizione di BlackBerry , marchio storico della telefonia mobile in forte crisi. Entro la fine del 2013 l’azienda canadese, troppo debole per sopravvivere in autonomia e falcidiata dai conti in rosso, passerà di mano. Tra i pretendenti, oltre alla holding finanziaria Fairfax (che ha una prelazione), ci sono Inel, Lg, Cisco e soprattutto i cinesi di Lenovo e, buon ultimo, Sculley. L’imprenditore si è definito un fan di vecchia data di BlackBerry , sottolineando come la compagnia possa ancora avere un futuro radioso, ammesso che si affidi alle mani di persone esperte e con un piano strategico che ne consentano il rilancio. Nulla si sa, però, circa le reali possibilità di Sculley, che per far suo il marchio dovrebbe circondarsi di soci e investitori disposti a lanciarsi in un’impresa molto costosa e quasi impossibile: riportare BlackBerry tra i primi smartphone al mondo.
Da Apple a BlackBerry, la tentazione di Sculley

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