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8 Febbraio 2022 | Ambiente, Attualità

Dal Politecnico di Torino una dieta per il benessere del pianeta

E’ quanto propone un gruppo di ricercatori del Politecnico di Torino, autori di uno studio pubblicato su Nature Food, che ha misurato l’inadeguatezza dei sistemi alimentari attuali dal punto di vista della salute e della sostenibilità.

Marta Tuninetti, Luca Ridolfi e Francesco Laio del Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture-Diati del PoliTO, nello StudioCompliance with EAT–Lancet dietary guidelines would reduce global water footprint but increase it for 40% of the world population”, pubblicato a gennaio 2022 sulla rivista Nature Food, propongono uno strumento, l’indicatore Diet Gap, capace di offrire un’ampia panoramica di approcci utili a innestare la transizione verso una dieta sana e sostenibile.

La Commissione EAT-Lancet ha riunito 37 dei principali esperti mondiali di nutrizione e sostenibilità, che dopo 2 anni di studi sui fabbisogni nutrizionali umani e sui livelli di sostenibilità, ha formulato la dieta sana per la salute umana e per quella del Pianeta.

Un esempio: secondo le indicazioni della Commissione, il consumo settimanale di carne rossa dovrebbe essere limitato a un massimo di 200 grammi. In media, invece, la soglia viene superata di 2,5 volte; in Europa addirittura la soglia viene superata di ben 4 volte, con importanti ripercussioni su salute e ambiente.

Viceversa, il consumo di legumi è inferiore alla quantità ideale (circa 100 grammi al giorno), soprattutto nei paesi più sviluppati, dove l’assunzione di ceci, fagioli, lenticchie risulta stagnante e sotto soglia fin dagli anni Sessanta.

Ma se per la produzione di 200 grammi di lenticchie sono necessari circa 900 litri di acqua, per la stessa quantità di carne bovina ne sono richiesti più del doppio. In questi caso, in altre parole, se tutti i paesi adottassero la dieta Eat-Lancet, l’impronta idrica diminuirebbe del 12% su scala globale.

 

di Arman C. Mariani

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