“Fela il mio Dio Vivente” di Daniele Vicari arriva in sala il 21 marzo. La storia di un’italiano che incontra un mito nigeriano
Ci sono piccole storie umane che incrociano grandi momenti della storia. È quanto accaduto nei primi anni ’80 a un giovane regista italiano, Michele Avantario, incontra il grande musicista e rivoluzionario nigeriano Fela Kuti e da quel momento dedica la sua vita a un film interpretato dallo stesso artista. Non ci riuscirà mai, ma scoprirà qualcosa di più importante per lui: una nuova idea di esistenza. Così, 40 anni dopo, il regista Daniele Vicari ha messo questa storia al centro del suo film “Fela il mio Dio Vivente”, che uscirà in Italia il 21 marzo.
“Quella di Michele Avantario è una storia di travolgente passione per il cinema, per la musica, per l’Africa“, dice Vicari: “La storia di un ragazzo che si fa uomo inseguendo per tutta la vita un sogno: realizzare un film sul mito carismatico e irraggiungibile di Fela Kuti. Con questo film provo a raccontare una storia semplice ma potente, quella di un ragazzo che si confronta con un mito vivente, tentando di realizzare un film impossibile. Una storia che suona, balla, fuma, ama, viaggia, che ha il sapore dell’Africa, della politica, degli anni 70 e che supera ogni forma di colonialismo, anche quello “interiore” che ancora oggi ci portiamo dentro”.
Il film è stato presentato alla Festa di Roma, ha vinto il Premio Movie to music ed è ora in gara per i David di Donatello e i Nastri d’Argento. Michele Avantario è stato un filmmaker e video artista italiano con una lunga esperienza in programmi TV, video musicali e video arte. Esperto di musica africana, nel 1984 porta Fela Kuti a Roma per il Festival “Ballo, non solo”. Così nasce una lunga amicizia che porta Avantario ad essere uno dei pochi bianchi ammessi alla comune di Kalakuta di Fela Kuti.
Cantante, compositore, sassofonista, tastierista, leader musicale, uomo politico e capo spirituale: Kuti rimane uno dei più controversi musicisti e leader africani che ha lottato per i diritti. Ha conquistato il mercato internazionale producendo oltre 80 dischi dichiaratamente politici e anche per questo ha conosciuto diffamazioni, vessazioni e innumerevoli carcerazioni da parte del governo nigeriano.
di Daniela Faggion