“I media sono servi di Bush”. Con questa frase dal contenuto esplosivo l’anchorman, ex Cbs, Dan Rather si sfoga in tv al Larry King, storico appuntamento sulla Cnn. Rather è stato per 25 anni il conduttore del telegiornale della sera della Cbs, ma è stato messo alla porta. Reporter dal 1950, primo giornalista tv a dare la notizia della morte del presidente John F. Kennedy a Dallas nel 1963, protagonista della campagna del Watergate che obbligò Richard Nixon alle dimissioni. Dan Rather è stato allontanato dal suo lavoro alla Cbs nel 2005 a seguito di un falso scoop sui documenti del servizio militare di George W. Bush, il presidente Usa. Incassata la buonuscita, Rather non è rimasto a godersi la sua pensione de facto. Ha alzato la voce e puntato il dito contro il suo mondo. Citati come cattivi esempi di professionalità sono Leslie Moonves, presidente della Cbs, e Summer Redstone, proprietario di Viacom, Rupert Murdoch, di News Corp., la stessa Cnn, il New York Times, il Washington Post e molti altri. Il modo con cui questi organi di informazione trattano le notizie sulla guerra in Iraq è sospetto. “Sacrificare il sostegno per il giornalismo indipendente sull’altare delle entrate economiche e dei sostegni politici”, questa l’accusa, forte, lanciata da Rather. Una realtà riconosciuta da molti, ma taciuta da tutti. Rather ha comunque deciso di far seguire i fatti alle parole. Ha fatto causa alla Cbs per 70 milioni di dollari (circa 50 milioni di euro). Motivo? Mobbing che lo ha danneggiato dal punto di vista della reputazione.