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26 Luglio 2010 | Innovazione

Ddl intercettazioni minaccia (anche) il web

Giovedì, con la presentazione del testo alla Camera, si riaprirà il dibattito parlamentare sul disegno di legge sulle intercettazioni. Un dibattito che interessa direttamente anche internet e i meccanismi dell’informazione onlin e, che rischiano di cambiare radicalmente qualora il ddl venga approvato nella sua forma attuale. Il comma 29 dell’articolo 1 obbligherà i proprietari di blog e siti web alla rettifica di informazioni scorrette entro 48 ore dalla richiesta dell’interessato , pena una sanzione amministrativa fino a 12mila euro. In sostanza, i luoghi digitali vengono equiparati alla carta stampata, di cui assumoni gli obblighi. La struttura del web, molto diversa da quella di una normale redazione, dovrà dunque fronteggiare problemi tecnici e pratici che metteranno in difficoltà web tv e portali come YouTube, nonché le miriadi di blog, spesso gestiti da reporter amatoriali privi degli strumenti per verificare e valutare le richieste di rettifica. Il comma 27 dell’articolo 1, invece, prevede la reclusione da sei mesi a quattro anni per chiunque faccia uso di riprese o registrazioni effettuate in conversazioni cui a partecipato. Solo i giornalisti professionisti iscritti all’Ordine saranno esentati dal rispettare questa norma, e dunque la miriade di pubblicisti e non iscritti all’albo dei giornalisti che scrivono in rete (e non solo) vedranno limitate le proprie possibilità di informare. Screditare internet o quanto meno limitarne l’impatto sull’opinione pubblica, oppure regolamentarne i meccanismi informativi sinora liquidi: l’accesa discussione sul ddl prosegue, mentre la rete si organizza per evitare quello che i suoi attori definiscono un ‘bavaglio digitale’ Il Pd ha lanciato un appello per la libertà del web , mentre iniziative spontanne germogliano su siti e portali d’informazione.

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