Dal 1990 al 2019, le ondate di calore hanno causato oltre 153.000 morti ogni anno in tutto il mondo. E’ quando rileva lo studio internazionale pubblicato sulla rivista PLoS Medicine e guidato dalla Monash University di Melbourne (Australia), il primo a mappare a livello globale la mortalità correlata alle ondate di caldo.
I ricercatori coordinati da Yuming Guo, hanno utilizzato i dati giornalieri su mortalità e temperature relativi a 750 località di 43 paesi. Alla rilevazione, per l’Italia, hanno partecipato l’Asl Roma 1 e l’Università di Firenze.
A livello mondiale il numero di decessi dovuto alle ondate di calore è diminuito, passando da 261 morti ogni 10 milioni di abitanti della decade 1990-1999 ai 227 della decade 2010-2019. Sostanzialmente la percentuale a livello globale di decessi totali causati dalle ondate di calore è stabile intorno all’1%. L’Europa e l’Italia in particolare registrano però i tassi di mortalità in eccesso più elevati in rapporto al numero di abitanti, insieme a Grecia e Malta. I decessi sono infatti passati da una media di 694 ogni 10 milioni di abitanti nel periodo 1990-1999, a 744 tra 2010 e 2019, con un aumento del 3,5%.
Se si guarda al rapporto tra decessi e popolazione, si tratta di oltre 48.000 decessi in più all’anno, il 31,6% circa di tutti quelli causati dalle ondate di calore nel mondo.
In Italia è attivo il Piano nazionale per la prevenzione degli effetti del caldo sulla salute, avviato dal Ministero della Salute nel 2005, attraverso specifici progetti del Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ccm), coordinato dal Centro di competenza nazionale Dipartimento di Epidemiologia SSR Regione Lazio (DEP Lazio). I sistemi di allarme, denominati Heat Health Watch Warning Systems (HHWWS), sistemi città-specifici che, utilizzando le previsioni meteorologiche sono in grado di prevedere, fino a 72 ore di anticipo, il verificarsi di condizioni climatiche a rischio per la salute della popolazione. I bollettini sulle ondate di calore sono pubblicati sul Portale del Ministero della salute e inviati per ogni città a un centro di riferimento locale (Comune, Asl, centro locale della Protezione civile) responsabile della diffusione sul territorio del bollettino ai servizi inclusi nel piano di prevenzione.